“Un impegno fermo della Regione per la difesa del suolo e la mitigazione del rischio idraulico. Un impegno che continua e che negli ultimi anni non si è mai fermato”. Alla vigilia dell’anniversario dell’alluvione di Firenze del 1966, sono queste le parole utilizzate dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani per fare il punto sui principali interventi messi in campo per la mitigazione del rischio idraulico.
“Una priorità di questa amministrazione”, tiene a sottolineare Giani, che fa una panoramica tra i lavori già conclusi, quelli in fase di ultimazione e i progetti ai nastri di partenza – “100 milioni di euro investiti negli ultimi 10 anni”, ha aggiunto il presidente, “con intenzione di rafforzare l’impegno nei prossimi anni investendo 534 milioni per la difesa del suolo entro il 2026 con risorse richieste nell’ambito del Pnrr per interventi già proposti al Ministero”.
Tra gli interventi illustrati insieme al direttore della Difesa del suolo e della Protezione Civile della Regione, Giovanni Massini, quelli di maggior rilievo riguardano il Valdarno, in particolar modo il sistema di laminazione di Figline, che interessa i Comuni di Figline e Incisa, Reggello e Rignano, oggi in corso di realizzazione e l’innalzamento della diga di Levane, a cui si aggiunge un terzo obiettivo e cioè quello della realizzazione del sistema di casse di espansione e ‘infrastrutture verdi’ del fiume Sieve.
“L’effetto completo di tutela – ha precisato Giani – lo avremo quando tutte le casse di espasione saranno realizzate, perché è l’insieme che deve funzionare. Gli interventi sulle casse di espansione a Figline, a Prulli e Restone, consentono in caso di necessità di raccogliere le acque prima che arrivino nelle città dove il fiume si stringe. Il rischio dell’alluvione è stato mitigato, ma non può essere mai eliminato. Dobbiamo continuare a lavorare sodo con le autorità competenti con progetti di interventi per tutta la Toscana e anche per l’Arno”.
Il sistema di laminazione di Figline comprende le casse di espansione di Pizziconi, Prulli, Leccio e Restone situate rispettivamente nei comuni di Figline e Incisa valdarno, Reggello e Rignano sull’Arno. La volumetria complessiva e la loro capacità di regolazione attraverso paratoie mobili, permetterà di gestire la laminazione di circa 25-30 mln di mc di acqua, riducendo il rischio idraulico della città di Firenze e dei Comuni limitrofi. Nel caso di un evento tipo quello del 1966, il sistema di laminazione di Figline permetterebbe sostanzialmente un abbattimento della portata di acqua in arrivo nel centro storico di Firenze di circa il 10%, minimizzando il rischio idraulico residuo.
Intanto sono partiti i lavori per la realizzazione del secondo lotto della cassa di espansione ‘Pizziconi’: intervento da quasi 23 mln di euro che dovrebbe concludersi entro il 2022 e che rientra nell’Accordo di programma Stato-Regione del 2015 (il primo lotto è stato concluso nel luglio 2019). In caso di esondazione, paratoie elettromeccaniche convoglieranno le acque nella cassa di espansione sottopassando autostrada A1 e linea dell’Alta Velocità. Il sistema di laminazione di Figline si compone anche delle casse di: Restone, Prulli e Leccio, per una spesa totale di oltre 132 mln di euro ed una capacità di invaso di circa 25 mln di metri cubi d’acqua. Tempi previsti di realizzazione: casse di Prulli entro il 2025, cassa di Restone entro il 2023. Per la cassa di Leccio, augurando di avere il finaziamento nell’ambito del Pnrr, la conclusione dei lavori è prevista per il 2026. Ad oggi è già funzionante un primo modulo della cassa di Pizziconi 1 per una capacità di invaso di 2.5 milioni di metri cubi.