Sono state circa un migliaio di persone quelle che oggi pomeriggio hanno preso parte alla manifestazione a sostegno della popolazione ucraina a Montevarchi. Studenti, cittadini, i rappresentanti della comunità ucraina valdarnese insieme al sindaco della città Silvia Chiassai Martini, la giunta e gli assessori comunali hanno sfilato in corteo tra le vie del centro – via Roma, piazza Vittorio Veneto, via Poggio Bracciolini fino a piazza Varchi – con messaggi di pace e contro il conflitto che in questi giorni sta colpendo il cuore dell’Europa.
La mobilitazione numerosa a Montevarchi ha visto il coinvolgimento e la partecipazione soprattutto del mondo scolastico cittadino, con i tre istituti comprensivi e l’Isis B. Varchi che, insieme all’adesione spontanea di gruppi e di tanti cittadini, hanno confermato la netta contrarietà all’invasione dell’Ucraina e la necessità di ristabilire quanto prima un futuro di pace, libertà e amicizia tra i popoli.
Dopo gli interventi di alunni e studenti e un momento di raccoglimento, il primo cittadino ha voluto dedicare nel corso della manifestazione un pensiero particolare alle donne ucraine. “Da donna, mi rivolgo alle tante mamme e alle donne ucraine che, forza e coraggio, sono in prima linea in questa guerra orribile – ha dichiarato il sindaco – dimostrano di non abbattersi, prendendosi cura dei loro figli e degli anziani, presidiando le loro case, con ogni mezzo, senza paura, mentre gli uomini resistono all’attacco e difendono i confini e le città. Queste donne sono madri e lavoratrici che fanno parte a pieno titolo di quel pacifico ed inarrestabile ‘esercito femminile’ da anni in prima fila nelle battaglie per il progresso civile e contro il dispotismo. In queste donne ci sono tutte le donne che sanno coniugare, nella vita sociale come in altri ambiti, idealità e concretezza. Le donne possono far sentire una voce vera perché sono naturali costruttrici di ponti di dialogo in un mondo fatto di muri, non solo fisici ma culturali, mentali, politici, fondati su interessi e prepotenze. Le donne, insieme ai giovani, possono fare la differenza affinché possa prevalere il Noi sull’Io, tipico di chi ancora pensa di esprimere il potere con la forza dei muscoli e della violenza”.
“Noi ribadiamo di credere nei valori di libertà, nei diritti dei popoli e delle persone perché sono loro che subiscono i fallimenti della politica o peggio i gravi errori di chi a vario titolo esprime volontà di potenza anacronistiche e antistoriche – ha aggiunto Chiassai Martini – Lo sviluppo non si conquista mai con le armi, ma con la capacità di dialogo tra i popoli, non con la forza, ma con il rispetto e l’aiuto reciproco. Voglio ricordare una frase di Madre Teresa di Calcutta, premio Nobel per la Pace, un’altra donna, piccola e minuta, ma con una straordinaria forza nel portare avanti, per tutta la vita, opere di carità al servizio degli umili e degli emarginati. Ella diceva che ‘Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’Oceano, ma se non lo facessimo, l’Oceano avrebbe una goccia in meno’. Noi oggi rappresentiamo quella goccia che vuole credere che tante gocce possano resistere e cambiare il mondo”.
Infine, come inno alla vita contro la morte e la miseria della guerra, il primo cittadino ha letto una poesia scritta da una maestra di scuola elementare dedicata alla piccola Mia, nata pochi giorni fa nella metropolitana sotto i bombardamenti di Kiev.