“Abbiamo appena protocollato alle autorità competenti della Regione, Usl, Arpat e Ispro, una richiesta ufficiale di elaborazione dati del Registro dei Tumori del Valdarno; di Monitoraggio Epidemiologico e studi di valutazione sull’incidenza di leucemie o altre malattie potenzialmente correlabili al materiale denominato Keu e ai singoli siti di spandimento. Alla richiesta ufficiale si aggiunge un sollecito a tutte le istituzioni che hanno il potere di intervenire, affinché venga tutelata la salute dei cittadini del Valdarno e soprattutto di quelli più prossimi al sito di Podere Rota”.
Questo è quanto il Comitato Vittime di Podere Rota ha messo nero su bianco, chiedendo alle autorità competenti di chiarire i possibili rischi per la salute delle persone esposte al keu. “Il quadro ambientale delineato dalle indagini e dal processo sul Keu in corso, è alquanto grave e preoccupante e i faldoni prodotti dalle indagini della procura che Riguardano Podere Rota lo dimostrano – prosegue la nota firmata dalla presidente del Comitato, Catia Naldini – Siamo al centro di uno dei processi più importanti e casi più gravi di inquinamento ambientale che abbia mai interessato la Toscana ma vane sono state le nostre richieste di indagini sanitarie già presentate”.
Naldini ripercorre l’impegno, le denunce e gli appelli che il comitato nel corso degli anni ha rivolto alle istituzioni locali e regionali sulla incompatibilità ambientale della discarica. “Gli elementi che noi denunciavamo dal 2010 contro l’ultimo ampliamento sono gli stessi che ora le autorità di controllo hanno impugnato, se solo le istituzioni ci avessero ascoltato e avessero agito in tempo per il bene dei cittadini, ora sicuramente ci avrebbero risparmiato questa tragedia ambientale e le infiltrazione di stampo mafioso. Non ci sarà tribunale che potrà mai assolvere questa colpa, in gran parte politica”.
Il Comitato Vittime di Podere Rota si è recentemente costituito parte civile nel processo keu, ma qualora la richiesta non fosse accolta, l’associazione spiega che continuerà “ad essere elemento fondamentale di controllo e denuncia di eventuali abusi o irregolarità, che possano mettere a rischio la salute dell’ambiente e dei cittadini”. “Non possiamo accettare – afferma la presidente Naldini – che sulla base del quadro ambientale delineato dalle indagini della Procura , non siano state avviate indagini di carattere sanitario verso la cittadinanza o studi di correlazioni con le sostanze tossiche rinvenute e presenti nel nostro territorio ormai da anni! Non possiamo accettare le motivazioni ricevute dalla Regione: le esigenze investigative non possono e non devono impedire un controllo sulla salute dei cittadini, non sussistono motivi legati alla segretezza delle indagini, in quanto è iniziato un procedimento penale basato sulla fondatezza dei rilievi”.
“Pur esprimendo sollievo per le dichiarazioni sui controlli Arpat, chiediamo ulteriori accertamenti, l’estensione delle indagini anche sul nostro territorio, per avere un quadro chiaro sulle contaminazioni e programmi chiari di bonifiche; è imbarazzante il silenzio delle istituzioni locali in merito a questo grave inquinamento ambientale e sulle ripercussioni della salute dei cittadini. Ho portato avanti dieci anni fa, come primo impegno affidatomi dai comitati, come consigliere comunale e come rappresentante dei cittadini nell’Osservatorio, la costituzione del Registro Dei Tumori del Valdarno. È stato istituito, tante le promesse, tanti i ringraziamenti, ma inspiegabilmente non è mai emerso un dato! Perché i sindaci dei Comuni del Valdarno, e gli enti che potevano richiederne l’elaborazione dei dati, non lo hanno mai fatto? Il motivo quale è? Vogliamo saperlo”.
Adesso più che mai il Comitato chiede con forza questi dati e che siano messi a disposizione delle autorità sanitarie di tutte le istituzioni e associazioni, per prendere tutte le precauzioni del caso e ridurre l’incidenza dovuta all’inquinamento ambientale sulla salute. “Il sindaco è il primo responsabile della salute dei propri cittadini – conclude la nota – Sollecitiamo le istituzioni e tutti i candidati a sindaco di questa nuova tornata elettorale affinché questo tema sia al centro della loro agenda e ormai non più rimandabile. Chiediamo loro di prendere una posizione netta sul sito di podere Rota che nonostante sia da bonificare, si sta trasformando da sito di discarica ancora potenzialmente ampliabile a polo industriale di trattamento di rifiuti speciali”.
A tal proposito, il comitato invita “i rappresentanti dei quattro Comuni vicini, a riprendere quanto fatto tanti anni fa dai loro predecessori: unità di intenti e sinergia per trovare le migliori soluzioni per mitigare i gravosi impatti subiti dal nostro territorio , affinché i cittadini del Valdarno possano contare su una gestione dei rifiuti pulita e a misura di territorio e su un ospedale di primo livello”.