Una proposta di legge per “l’istituzione del luogo elettivo di nascita”. È questo il contenuto della proposta di legge depositata dall’onorevole Marco Simiani, nata da una sollecitazione del sindaco di San Giovanni Valdarno. Obiettivo dell’iniziativa, far sì che, su richiesta di entrambi i genitori e in accordo tra loro, il luogo di nascita dei figli possa essere individuato nel Comune di residenza di uno o di entrambi. Un esempio pratico: qualora la proposta di legge fosse approvata, dopo quasi cinquant’anni i futuri bambini della città di Masaccio potranno tornare ad avere indicato come luogo di nascita San Giovanni Valdarno. Una questione da sempre molto cara alla cittadinanza sangiovannese, ma che di fatto andrebbe a vantaggio di tutti i Comuni che non hanno all’interno del loro territorio un punto nascita.
Da qui il nome ‘Obiettivo H901’, che ha rappresentato il titolo della conferenza di presentazione dell’iniziativa nel corso della quale il sindaco Valentina Vadi e il deputato Marco Simiani hanno illustrato i motivi di questa proposta di legge avanzata.
“Fino alla metà degli anni Settanta si nasceva nel reparto maternità dell’ospedale Alberti di San Giovanni e questo elemento identitario e di appartenenza forte alla comunità – riportato nei documenti anagrafici e ufficiali – ha caratterizzato intere generazioni di sangiovannesi H901”, ha dichiarato Vadi. “Per una serie di vicende successive, quel reparto maternità chiuse e oggi il punto nascita – che sta attraversando un momento critico per la mancanza di primario e di personale – fa parte dell’Ospedale del Valdarno. Oltre che seguire da vicino le criticità del punto nascita e, in generale, le criticità di personale dell’ospedale Santa Maria alla Gruccia incalzando costantemente la Asl per le assunzioni, ho pensato anche di cogliere la disponibilità dell’onorevole Marco Simiani per far sì che i genitori dei nuovi nati all’ospedale del Valdarno o in altri ospedali possano scegliere di indicare in San Giovanni Valdarno il luogo di nascita del proprio bambino o della propria bambina. In questi 5 anni ho ascoltato e accolto le numerose sollecitazioni da parte dei sangiovannesi perché la propria città risultasse come luogo di nascita. Se questa proposta di legge sarà approvata dal Parlamento, questo sarà di nuovo possibile dopo quasi cinquanta anni, come è stato fino alla mia generazione. È un bisogno di appartenenza collettiva che questo provvedimento vuole assecondare e valorizzare. E come lo è per San Giovanni lo sarà per tanti piccoli, medi e grandi comuni del territorio nazionale. Ringrazio l’onorevole Simiani per la disponibilità con cui ha accolto questa mia sollecitazione e per come seguirà l’iter di questa proposta di legge”, ha concluso il sindaco.
Se da un lato, la nascita in strutture sanitarie adeguate all’assistenza ed alla cura delle partorienti e dei neonati ha determinato un notevole abbattimento dei rischi e delle complicanze sempre presenti in un evento come il parto, dall’altro ha comportato la drastica diminuzione delle registrazioni di nascita nei comuni privi delle stesse strutture sanitarie. Il risultato è che molti cittadini risultano nati in un comune diverso non solo da quello di residenza dei genitori, ma diverso anche da quello della propria residenza. A queste considerazioni vanno aggiunti i disagi che i cittadini incontrano per richiedere certificati e documenti, nonché il conseguente sovraccarico di lavoro per gli uffici dello stato civile, sedi delle strutture sanitarie dove avvengono i parti.
L’articolo 1, al comma 1, della proposta di legge prevede infatti che, al fine di garantire il diritto al riconoscimento dell’appartenenza all’effettivo comune di origine, il comune di nascita dei figli di genitori residenti nei comuni sprovvisti di punti nascita, possa essere individuato, su richiesta dei genitori stessi, nel comune in cui hanno la residenza. Negli atti dello stato civile è comunque registrato anche il luogo in cui la nascita è effettivamente avvenuta. Qualora i genitori risiedano in comuni diversi, il luogo elettivo di nascita è stabilito di comune accordo (altrimenti resta quello dove è effettivamente avvenuta la nascita).
“La proposta – le parole dell’onorevole Marco Simiani – nasce infatti dall’esigenza di colmare un vuoto normativo ed in particolare di tutelare e di valorizzare le realtà locali, adesso sprovviste di strutture sanitarie, ed in particolare di ‘punti nascita’. Alcune, ricche di storia, cultura e tradizioni radicate, lo avevano un tempo e gli abitanti sono rimasti affezionati a quell’iscrizione che non compare più in documenti ufficiali. Accade spesso che, a causa della mancanza ospedali, istituti specializzati o case di cura, il luogo di nascita sia diverso da quello di residenza dei genitori. Non vuole certo essere una battaglia fra comuni ma una possibilità di valorizzare l’identità di un territorio, di sentirsi riconosciuti e riconoscibili. Il mio obiettivo è donare al Parlamento la legge e di sensibilizzare la maggioranza. Per questo sono disposto anche a rinunciare alla mia firma”.