È stata una mattinata intensa quella di stamattina a Roma, dove istituzioni e sindacati si sono riuniti attorno al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico per discutere dell’immediato futuro dei lavoratori e dello stabilimento Bekaert di Figline. La richiesta più urgente da soddisfare, come sottolineato a più riprese nei giorni che hanno preceduto l’appuntamento di oggi, è quella di avere più tempo a disposizione per poter lavorare a un progetto di reindustrializzazione, un obiettivo raggiungibile con la proroga della cassa integrazione dei lavoratori.
Al momento sono due i soggetti interessati ad un possibile inserimento nel sito di via Petrarca, da una parte la cooperativa formata da un gruppo di dipendenti dello stabilimento e dall’altra una realtà imprenditoriale che si occupa di filotubi, la Trafilerie Meridionali. “Due ipotesi di reindustrializzazione ce l’abbiamo – ha commentato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – però serve tempo per formalizzarle ed analizzarle. Nel frattempo dobbiamo garantire gli oltre 200 lavoratori che attendono. Per questo è necessario prorogare di alcuni mesi la cassa integrazione straordinaria per cessazione che scade alla fine dell’anno. Sarebbe sciocco non prendere in considerazione questa ipotesi”.
Per Rossi l’incontro di oggi rappresenta in ogni caso un passo avanti nella vertenza: “Intanto stavolta – precisa – al tavolo c’era una sottosegretaria, Alessandra Todde e non soltanto una figura tecnica. L’Advisor ha fatto un buon lavoro. Siamo molto contenti del fatto che circa 100 lavoratori nel frattempo si siano ricollocati. Adesso é necessario salvare questo sito produttivo e dare lavoro agli altri. Riconfermo la disponibilità della Regione a far si che questo avvenga. È positivo che siano state prese in seria considerazione entrambe le proposte in essere, quella delle Trafilerie Meridionali e quella della cooperativa costituita da 70 ex lavoratori Bekaert. Potrebbe essere possibile anche che le due stiano insieme. Serve tempo, ma intanto incassiamo la disponibilità dell’azienda a concedere che a Figline si produca anche lo steel cord. È se oggi abbiamo in campo queste ipotesi lo si deve alla lotta dei lavoratori che da parte nostra abbiamo sempre sostenuto”.
Chi invece si aspettava di più è la sindaca di Figline e Incisa, Giulia Mugnai, che ha chiaramente definito gli esiti del confronto al Ministero “insufficienti rispetto alle richieste”. “Insieme alla Regione Toscana e alle sigle sindacali abbiamo chiesto soprattutto che ci sia del tempo per questi lavoratori, in modo da poter valutare, analizzare e approfondire le proposte di reindustrializzazione, superando la scadenza del 31 dicembre. Proprio per questo, oggi abbiamo fatto un appello politico ancora più forte al Governo: riaprire il ragionamento sulla cassa integrazione per cessazione attività, prevedendo anche la possibilità di una proroga. Si tratta di una proposta condivisa, perché ci consente di poter capire se le proposte presentate oggi, che include un’azienda che si occupa di filotubi oltre alla proposta della cooperativa dei lavoratori, siano effettivamente credibili. Per farlo, per lavorarci insieme agli investitori, seriamente, e per rendere possibile la reindustrializzazione dello stabilimento, però, serve tempo”.
“Non ci riteniamo soddisfatti dell’incontro” dichiara Daniele Calosi, segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze: “a due mesi dalla scadenza della cassa integrazione per i 211 lavoratori, ci troviamo davanti a due sole proposte, di cui una frutto di un’iniziativa di alcuni lavoratori. Entro la fine dell’anno, in soli due mesi, non siamo in grado di valutare la solidità del progetto di Trafilerie Meridionali e del suo partner, peraltro sconosciuto. Ad oggi non è stato neanche ipotizzato il numero di lavoratori che potranno essere ricollocati. Accogliamo con favore l’apertura di Bekaert alla produzione dello steel cord che dà maggior certezza occupazionale a tutti i lavoratori rispetto alla sola produzione di filo tubo finora consentita dall’accordo. Resta però per noi inaccettabile trovarsi di nuovo nella condizione di dover fare una trattativa con il conto alla rovescia dei licenziamenti, per questo abbiamo chiesto alla multinazionale il ritiro della procedura di licenziamento”.
“Il piano industriale, per quello che ci è stato presentato oggi al Mise, risulta insufficiente” dichiara Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil Nazionale che aggiunge: “il Governo deve rifinanziare la cassa integrazione in scadenza il 31 dicembre 2019 per le lavoratrici e i lavoratori della Bekaert e l’azienda deve ritirare i 211 licenziamenti. In questa fase di crisi economica e di transizione ecologica occorre riformare gli ammortizzatori sociali. In ogni caso qualunque sia la situazione ci devono essere pari diritti e salari per tutti i lavoratori”.
“C’è una possibilità concreta, ma è necessario dargli effettiva sostanza e fattibilità e va fatto nei tempi giusti; e se non bastano i due mesi rimasti di cassa integrazione bisogna trovare il tempo per concretizzarla. Di certo non accetteremo che i lavoratori vengano licenziati”. Queste le impressioni di Alessandro Beccastrini, segretario generale di Fim Cisl Toscana e di Fabio Franchi, segretario generale aggiunto di Cisl Firenze – Prato, i quali aggiungono che “rispetto all’ultimo incontro abbiamo fatto un passo in avanti: il piano di Trafilerie Meridionali è stato valutato convincente dal governo e da Invitalia. Invitalia si è detta disponibile a entrare nel capitale del nuovo soggetto che dovrebbe nascere; anche alcuni produttori di acciaio si sono detti disponibili a valutare la partecipazione al progetto come partner industriali. Certo il tempo è un fattore fondamentale e, se non ci fosse la proroga degli ammortizzatori, il tempo bisognerà in qualche modo farselo dare da Bekaert. L’ipotesi della cooperativa è stata affrontata, ma non valutata nel merito, perché secondo il ministero mancavano una serie di elementi e di dati”.
“Abbiamo verificato alcuni aspetti positivi in quanto sono state finalmente presentate le bozze di due piani industriali” aggiungono i rappresentanti della Uilm che tornano a evidenziare come “la criticità sta nei tempi di un’eventuale attuazione che vanno oltre la scadenza della cassa integrazione posta al 31 dicembre. Pertanto è stato preso l’ impegno di un nuovo incontro entro novembre sempre presso il Mise per verificare l’ evoluzione dei piani industriali e valutare strumenti per garantire la tenuta economica ed occupazionale ai lavoratori oltre la scadenza della Cig. Nella prossima settimana ci auguriamo di concordare un assemblea unitaria con tutti i lavoratori”.