In occasione dei controlli annuali previsti nell’ambito del Piano di Sorveglianza e Controllo della discarica di Podere Rota, concordato con l’autorità competente e realizzato periodicamente da CSAI per monitorare la qualità ambientale dell’area interessata dall’impianto, nel piezometro N2s – uno dei 29 pozzi di campionamento delle acque sotterranee, esterno e a monte idraulico della discarica – è stata riscontrata la presenza di Cromo (Cr) e Cromo Esavalente (CrVI) con valori non in linea con quelli storicamente registrati e del tutto anomali anche in rapporto all’assetto idrogeologico dell’area. “I dati – commenta Csai in una nota – sono stati da subito ritenuti non rappresentativi di potenziale contaminazione da percolato anche in base alla lettura complessiva dei dati di monitoraggio rilevati che non indicavano altre anomalie di carattere chimico”.
Per chiarire la questione, dato che si trattava della prima volta nella storia dei monitoraggi delle acque sotterranee della discarica in cui venivano rilevati tali valori e con certezza di elementi non riconducibili per loro natura alle attività di smaltimento dei rifiuti autorizzati, Csai ha effettuato ulteriori approfondimenti per comprendere la provenienza di tali sostanze. “Le verifiche effettuate hanno confermato l’assenza di correlazione tra la presenza dei suddetti contaminanti nel piezometro N2s e il percolato di discarica, escludendo dunque che i superamenti dei due metalli possano in alcun modo derivare dalle attività di gestione dell’impianto – rassicura la società – In particolare la Relazione tecnica della società di consulenza incaricata di svolgere attività di indagine integrativa evidenziava che i test ‘mostrano una diretta correlazione con la qualità dei materiali utilizzati per la realizzazione delle recenti opere stradali per cui si ritiene che l’evento riscontrato sia ascrivibile a fattori esterni, in particolare alle attività di realizzazione della nuova viabilità provinciale e non riconducibili in alcun modo alla discarica’”.
A seguito delle recenti indagini della Procura Distrettuale Antimafia sui materiali contaminati utilizzati in alcune zone della Regione per lavori stradali, Csai ha così presentato denuncia contro ignoti presso la DDA di Firenze oltre alla comunicazione agli enti competenti ai sensi dell’art. 245 del D.lgs. 152/06. Per l’Amministratore delegato di CSAI spa, l’architetto Luana Frassinetti “non c’è alcuna correlazione con l’attività di gestione della discarica. Mi preme sottolineare due aspetti che ci devono tranquillizzare. Il primo è che il nostro sistema di monitoraggio e controllo funziona e ci ha permesso di evidenziare un potenziale inquinamento anche al di fuori dei confini della discarica. Il secondo, decisamente più importante, riguarda il fatto che i contaminanti sono circoscritti in un’area ristretta e che non coinvolge i pozzi circostanti. CSAI spa, appena avuta la certezza dei dati analitici, non ha esitato un momento a denunciare il fatto alle autorità competenti e ad informarne immediatamente la cittadinanza, in un’ottica di massima trasparenza e responsabilità verso il territorio. Vogliamo avere un ruolo partecipe nel mettere a disposizione della Magistratura e degli organi di controllo qualsiasi supporto necessario per ulteriori approfondimenti ed arrivare ad individuare i responsabili di questa contaminazione”.
“Sia ben chiaro – conclude l’amministratore delegato – che se da una parte intendiamo fornire la massima assistenza dall’altra diffidiamo chiunque a sostenere una qualsiasi correlazione tra questo episodio, da noi denunciato, e le attività della discarica che abbiamo sempre svolto, come è costume di CSAI, nel massimo rispetto delle norme a tutela del territorio. Sarà ora la Magistratura nella quale riponiamo la massima fiducia ad operare per accertare le cause e le responsabilità di quanto accaduto”.