Si è svolto quest’oggi in videoconferenza l’incontro convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico per discutere sulla situazione della vertenza dello stabilimento Bekaert di Figline. Presenti al tavolo “virtuale” una rappresentanza della multinazionale belga, l’advisor Sernet, le sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm insieme alle istituzioni politiche rappresentante dal vice capo del gabinetto del ministro Patuanelli, Giorgio Sorial, le sottosegretarie Alessandra Todde e Alessia Morani, Paolo Tedeschi per la Regione Toscana, il sindaco della Città Metropolitana di Firenze, Dario Nardella e il sindaco di Figline e Incisa, Giulia Mugnai.
Al momento, secondo quanto riferito dall’advisor, sono 180 i lavoratori ancora in cassa integrazione, di cui 141 operai, 20 operai specializzati e 19 impiegati e quadri. Nel corso del confronto, i rappresentanti di Fiom e Cgil Firenze, Daniele Calosi e Enzo Masini, hanno richiesto”trasparenza, rapidità e l’assunzione di un ruolo centrale, ad oggi non esercitato, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, cui chiediamo di convocare ad un tavolo tutti i soggetti interessati alla reindustrializzazione. Ad oggi restano solo pochi mesi alla scadenza dell’ammortizzatore, pertanto occorre prevedere momenti di aggiornamento più frequenti (il precedente incontro risale al 16 dicembre 2019) più approfonditi e improntati alla concretezza”.
A proposito dei soggetti interessati, Fiom Cgil precisa che al momento tra le manifestazioni di interesse è ancora presente quella di Trafilerie Meridionali, con un piano industriale da rivedere dopo la crisi dovuta all’emergenza sanitaria. Tra i possibili scenari, inoltre, emergono quelli di un grande soggetto industriale italiano, attivo nella produzione di acciaio (per vincolo di riservatezza non è stato fatto il nome) e una seconda partnership tra soggetti italiani operanti nella produzione di acciaio e trafilatura che sta elaborando una proposta. C’è anche un soggetto indiano operante nel settore, un interessamento secondo Sernet da considerare “congelato” e non ancora ritirato, mentre rimane sul tavolo la proposta del progetto della Steelcoop Valdarno che prevede di rilevare lo stabilimento per la produzione di hose wire e servizi di manutenzione, affiancata da un partner industriale.
Chiarito il quadro dei possibili pretendenti ad un insediamento nella fabbrica figlinese, Calosi e Masini hanno richiesto al Ministero, in collaborazione con le istituzioni locali, “di verificare l’attenzione riposta alla salvaguardia occupazionale dai parte di tutti i soggetti interessati, senza nessuna esclusione a priori, piuttosto cercando sinergie che garantiscano il riassorbimento dell’occupazione. Come Cgil non accetteremo soluzioni parziali”.