Fimer rinuncia alla domanda di concordato, Greybull Mclaren vengono così tagliate fuori al momento dalla trattativa. È questo l’esito dell’incontro avvenuto stamattina tra proprietà e investitore al Tribunale di Arezzo sulla vertenza dello stabilimento di Terranuova Bracciolini. “Siamo scioccati da tutto questo” il breve commento di Marc Meyohas, amministratore di Greybull Capital, all’uscita dal foro aretino, accompagnato dall’avvocato Luca Jeantet.
“È chiaro che ci sono due parti: una che vuole intervenire per salvare Fimer, che include i lavoratori, i sindacati, la banca General Finance, McLaren e Greybull – ha aggiunto l’investitore – e poi un’altra parte che invece vuole vedere la Fimer morire”. L’annuncio da parte di Fimer, rappresentata all’incontro solamente dall’ingegner Luca Bertazzini, di fatto impedisce tecnicamente in questa fase di trovare un’intesa tra le parti. I rappresentanti di Greybull McLaren riportano come a precisa domanda del perché di questa decisione non è stata fornita alcuna motivazione. Adesso si attende il pronunciamento del giudice, che chiuderà la procedura con l’azienda che tornerà in uno stato di bonis. Al momento non c’è un’istanza di fallimento (anche se è una delle eventualità sul tavolo), bisognerà però aspettare quali saranno le conseguenti decisioni da parte della proprietà.
Una svolta che non si aspettava nessuno dei lavoratori presenti in presidio davanti al tribunale. Nel frattempo sindacati e istituzioni si sono già mosse per convocare un incontro pubblico oggi pomeriggio di fronte alla fabbrica di Terranuova Bracciolini e poi i lavoratori passeranno alle manovre forti, annunciando di già l’occupazione in serata del sito valdarnese.
“Il gruppo inglese ha detto che la proprietà si sta comportando in maniera irresponsabile e immorale, lo si legge chiaramente sui volti della nostra gente che è qui e sta lottando da due anni per il suo posto di lavoro – il commento a caldo del sindaco di Terranuova, Sergio Chienni – La proprietà ha tenuto un atteggiamento contraddittorio fino all’appuntamento, ignobile, di stamani. La soluzione per risolvere il problema c’era e non l’hanno volutamente percorrere. Adesso dovremo nuovamente capire cosa vorranno fare, ma c’è davvero una rabbia infinita per il trattamento riservato a queste persone. Fino all’ultimo difenderemo la nostra gente, è un patrimonio di tutti l’azienda: dal territorio, al Comune, alla Regione come è stato fino a oggi, ma anche del ministero, se c’è da tutelare 280 persone. Mi aspetto in questo senso che anche lo Stato voglia essere presente e fare la sua parte”.
(Nella foto: l’ad di Greybull, Marc Meyohas, insieme al sindaco Sergio Chienni e i lavoratori)