Due nuovi progetti di zona per contrastare la marginalità sociale. Le iniziative, rese possibili grazie alle risorse stanziate dal Pnrr nell’ambito della Missione 5 “Inclusione e coesione”, coinvolgeranno otto Comuni del Valdarno di cui San Giovanni sarà l’ente capofila. I due progetti, come illustrato questa mattina dall’assessore al welfare e alle politiche sociali del Comune sangiovannese Nadia Garuglieri, riguarderanno la creazione di un Centro Servizi – per un investimento pari a 1 milione di euro – e la nascita dell’housing first, che godrà di un finanziamento di 700mila euro.
Il Centro servizi è un luogo fisico, sarà collocato nel comune di San Giovanni Valdarno, e assicurerà alle persone in condizione di povertà o marginalità, anche estrema, o a rischio di diventarlo, la presa in carico integrata con i servizi socio sanitari del territorio e l’offerta di un percorso partecipato di accompagnamento funzionale allo stato di salute, economico, familiare e lavorativo della persona. Il centro ha un ruolo di regia dei percorsi individuali verso l’integrazione sociale, l’empowerment e l’autonomia in stretta connessione con la rete dei servizi locali ovvero le strutture di accoglienza residenziale, i servizi della Asl, i servizi sociali, i Centri per l’impiego.
I servizi che possono essere assicurati (previsti dalle indicazioni nazionali) vanno dai servizi definiti a bassa soglia che consistono in servizi di accoglienza, servizi per l’igiene personale, mediazione culturale, counseling, supporto psicologico, consulenza amministrativa e legale fino ai servizi di lingua per stranieri e orientamento al lavoro (promozione dell’inserimento lavorativo anche attraverso tirocini formativi o tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione), in collegamento con i Centri per l’impiego. Nel Centro servizi potrà essere collocato il servizio di accompagnamento per la residenza virtuale e il fermo posta. Particolarmente rilevante è l’indicazione di costruire i centri servizi per il contrasto alla povertà come centri integrati, eventualmente collegati e associati ad altri servizi rivolti a tutta la cittadinanza e che vengano progettati e gestiti con la partecipazione attiva delle organizzazioni del terzo settore ed integrate pienamente nel contesto territoriale anche con il pieno coinvolgimento delle organizzazioni di volontariato.
Per housing first o housing temporaneo si intende l’accesso ad una sistemazione temporanea mettendo a disposizione appartamenti per singoli o famiglie. Il progetto non costituisce uno strumento di contrasto all’emergenza abitativa in generale, bensì uno strumento rivolto a persone in condizioni di fragilità, innanzitutto quelle senza dimora, per la realizzazione di un percorso individuale verso l’autonomia. Obiettivo dei due progetti è quello di fornire un adeguato supporto alle cosiddette ‘condizioni di marginalità’ dei cittadini, situazioni spesso estremamente complesse a fronte delle quali i servizi sociali fanno fatica a progettare interventi capaci di farsi carico di questo bisogno e troppo spesso l’approccio diventa di natura emergenziale.
“L’approccio emergenziale – spiega l’assessore al welfare e alle politiche sociali del comune di San Giovanni Valdarno Nadia Garuglieri – è insufficiente a fronte di un necessario approccio strategico per sviluppare interventi organici e strutturati in grado di programmare e assicurare prestazioni appropriate. Occorre assicurare la presa in carico dello stato di bisogno del soggetto mirato a potenziarne le capacità e a fornire strumenti per fronteggiare il disagio, rinsaldare i legami sociali e riprendere il controllo della propria vita. Costruire le opportunità per consentire alle persone in grave marginalità di recuperare benessere e autonomia. È questo il principio di inclusione attiva che rappresenta la vera sfida del nostro sistema di welfare. Direi il nuovo paradigma cui devono orientarsi i servizi sociali. I progetti Pnrr costituiscono importanti opportunità, consentono di raccogliere la sfida che può essere perseguita solo se si promuovono reti integrate di servizi sociali con il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo delle potenzialità individuali, attraverso una pianificazione strategica”.
Le attività di contrasto alla marginalità, finanziate con le risorse del Pnrr, adottano il nuovo paradigma, sono cioè orientate al superamento di un approccio di tipo emergenziale in favore di approcci strutturati, in linea con gli indirizzi e le indicazioni presenti nei vari documenti di livello nazionale ed europeo. Rientrano dunque in questa logica il Centro Servizi e l’housing first, con quest’ultimo che come spiega Garuglieri vede l’attivazione di “progetti personalizzati per singola persona/famiglia al fine di attuare programmi di sviluppo della crescita personale per un maggiore grado di autonomia. La soluzione alloggiativa, viene affiancata da un progetto individualizzato volto all’attivazione delle risorse del singolo o del nucleo familiare, con l’obiettivo di favorire percorsi di autonomia e rafforzamento delle risorse personali, per agevolare la fuoriuscita dal circuito dell’accoglienza ovvero l’accesso agli interventi di supporto strutturale alle difficoltà abitative, edilizia residenziale pubblica o sostegni economici all’affitto”.