No alla creazione della grande ‘multiutility’ sui servizi pubblici locali di acqua, luce e gas e che interesserà anche i rifiuti. È questa la posizione del Comitato “Le vittime di Podere Rota” che spiega come per la società è prevista “la quotazione in borsa e sappiamo tutti che lo scopo statutario di una società quotata in borsa è la remunerazione dei capitali, non il benessere delle popolazioni che fruiscono dei servizi essenziali”.
“Il piano regionale dei rifiuti dei tre Distretti Circolari toscani e l’alleanza tra aziende toscane e società finanziarie internazionali (i cosiddetti “players” e “market leaders”) che partecipano all’avviso-bando sul l’impiantistica in Regione, non hanno certo l’obiettivo di far avanzare la Regione Toscana in prima fila nell’orizzonte Rifiuti Zero (con l’impegno nella direzione della riduzione e del riutilizzo dei rifiuti urbani, e del riciclo delle materie prime seconde), ma basano lo smaltimento dei rifiuti urbani, sulla loro trasformazione in combustibili solidi secondari da avviare nei progettati impianti di “gassificazione/combustione” per produrre energia (carburanti, combustibili) – spiega in una nota il Comitato – Tutto questo in aperto contrasto con le direttive dell’Unione Europea, con la prospettiva di riduzione a breve e medio termine delle emissioni di CO2 e con i princìpi più autentici dell’economia circolare. Il sacrificio nell’efficienza e nell’economicità dei servizi offerti alla cittadinanza sarà la conseguenza di tutto questo, quasi senza che essa ne sia consapevole se non troppo tardi”.
“Cosa sta accadendo sui prezzi del gas e dell’energia elettrica lo vediamo tutti i giorni dalle nostre bollette, e ancor più lo vedremo in quelle che ci aspettano. La quotazione in borsa anche delle aziende che gestiranno rifiuti ed acqua non può che risultare altrettanto soggetta alla speculazione finanziaria, con un ulteriore aggravio in fattura: tutto questo quando i prezzi di acqua e rifiuti in toscana sono già molto alti e difficilmente sostenibili da famiglie e imprese. I sindaci dei comuni medio piccoli, come quelli del Valdarno, avranno potere praticamente nullo in materia, questo sarà in mano ai comuni più grandi come Firenze e Prato; (peraltro parzialmente grazie alla presenza di azionisti privati importanti ed agguerriti). Questi comuni potranno detenere le maggiori quote azionarie, e contribuire così a scegliere membri del consiglio di amministrazione e manager-amministratori, cui spetterà ogni decisione anche in merito alla nomina di amministratori e controllori delle varie società partecipate”.
“Gli utili che affluiranno ai comuni medio piccoli saranno veramente modesti, anche per effetto delle diverse e discutibili valutazioni che ricevono le azioni delle società cui attualmente partecipano, e che confluiranno nella poderosa (e difficilmente controllabile) “Multiutility”. Il Comitato “Le Vittime di Podere Rota”invita le amministrazioni comunali a dissociarsi da questo processo di semi-privatizzazione dei servizi pubblici essenziali più importanti per la vita ed il benessere delle popolazioni, e plaude a quelle che già prevedono di non associarsi” conclude il Comitato.