L’applicazione del metodo Arera a livello nazionale determinerà un aumento delle tariffe per il servizio di raccolta rifiuti. Uno scenario che toccherà dunque anche Montevarchi, come illustrato dal sindaco Silvia Chiassai Martini e dall’assessore Cristina Bucciarelli che quest’oggi hanno spiegato che tipo di impatto tutto questo avrà sulle tasche dei contribuenti.
“Malgrado gli sforzi effettuati in questi anni per il contenimento della Tari – afferma Chiassai Martini – da questo anno, l’applicazione del metodo Arera determina un aumento esponenziale dei costi a carico dei cittadini. Il nuovo metodo di calcolo va ad impattare pesantemente sull’elaborazione delle tariffe, perché non è più in vigore alcun limite di crescita sui ‘costi variabili’. Mi preme evidenziare che l’amministrazione comunale di Montevarchi ha contestato e criticato aspramente il metodo Arera, decisione presa dall’alto, dal Governo Gentiloni nel 2017″.
Il Pef del Comune di Montevarchi per il 2022 è di €4.942.838, i costi arrivano a €3.571.915 mentre quelli fissi calano a €1.364.258. “È evidente che la gestione dei rifiuti non funziona, negli anni si sono registrati notevoli incrementi delle bollette, nonostante che la nostra amministrazione fosse sempre riuscita a contenerli dal 2016 ad oggi, tant’è che il nostro Comune è il secondo più virtuoso della provincia di Arezzo avendo un aumento del PEF 2022 solo dell’1,65% rispetto ad aumenti che raggiungono quasi il 7% – aggiunge Bucciarelli – Tra le azioni che la nostra amministrazione ha messo in campo per abbattere i costi del servizio, ci sono il recupero dell’esenzione per circa €130.000 e le sanzioni per l’abbandono dei rifiuti per €10.000”.
Un incremento definito “inaccettabile” secondo Chiassai Martini e Bucciarelli, che spiegano come Montevarchi, insieme ad altri 10 Comuni della provincia di Arezzo, avesse presentato un ricorso contro la delibera Ato che il Tar ha respinto preferendo non entrare nel merito della questione. “L’aumento delle tariffe sta avvenendo in un momento storico di particolare crisi per famiglie e aziende, nel silenzio più assoluto di Governo e Regione, a vantaggio totale dei gestori – afferma il primo cittadino – Il servizio deve tornare in mano ai Comuni, questo è l’unico modo per contenere le tariffe sui rifiuti e avere il controllo sui costi. Il dirigismo regionale e le mega Ato non hanno portato alcun beneficio al cittadino manifestando tutti i limiti di una politica fallimentare che ha avvantaggiato solo i gestori. Dobbiamo riportare la gestione dei servizi almeno in ambito provinciale, per la vicinanza ai territori, senza decisioni calate dall’alto, senza metodi di calcolo sui rifiuti omologati per tutti i Comuni che non tengono conto di chi è stato più virtuoso nella raccolta differenziata e nella riorganizzazione del servizio”.