Proclamato lo stato di agitazione da parte dei Cobas dei lavoratori dell’ospedale Serristori. L’annuncio è arrivato nella mattinata odierna da parte dei delegati del sindacato di base che in una nota sottolineano come a poche ore dalle dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini sulla ripartenza post Covid del presidio figlinese, “i vertici dell’Ausl Toscana Centro hanno iniziato a rimodulare l’offerta sanitaria e assistenziale del Serristori con una previsione allucinante di abbattimento di servizi e attività ambulatoriali e specialistiche accompagnata da una contestuale chiusura di interi reparti di medicina”.
Un fatto che, come scritto dai Cobas, risulta essere grave, di una scorrettezza inaudita, inaccettabile socialmente e sindacalmente. “Una vergognosa e reiterata presa in giro in salsa PD, che vede protagonisti i massimi vertici istituzionali di questo partito, Assessore Regionale, Sindaci, Giunte comunali e gruppi consiliari, ai danni del servizio sanitario pubblico del Valdarno Fiorentino, del diritto alla salute e degli indirizzi sanitari nazionali che proprio a fronte dell’emergenza pandemica avevano dichiarato di voler rafforzare tutti i presidi, ospedali e distretti che si occupano della presa in carico dell’utenza di riferimento territoriale”.
“La Direzione Generale della USL Toscana Centro con la solita scusa di dover garantire il diritto alle ferie ai lavoratori perennemente sottorganico – prosegue la nota – non ha neppure atteso la solita kermesse mediatica con la quale presenta il piano di rimodulazione dell’offerta sanitaria nell’area inter- provinciale e ha pensato bene di chiudere in anticipo proprio al Serristori, i reparti di Medicina A e C dal 7 giugno al 20 settembre 2021 con la soppressione di 37 posti letto e la contemporanea apertura di 15 posti letto di Chirurgia dal 7 giugno al 26 luglio 2021, a partire da quella data però la chirurgia e le sale operatorie saranno chiuse fino al 6 settembre 2021. In barba alle dichiarazioni di rilancio dell’ospedale da parte dell’assessore regionale alla sanità e al persistere di lunghissime liste di attesa chirurgiche, ortopediche, urologiche e/o di patologie dimenticate e trascurate durante la pandemia, a partire dal 26 luglio saranno disponibili in totale presso il presidio Serristori soltanto 15 posti letto di Medicina B in tutto l’ospedale”.
“Questo terrificante piano di chiusura sarà accompagnato da una vera deportazione di massa di operatori sanitari dal Serristori all’Ospedale di Ponte a Niccheri, con nessuna sicurezza di un loro rientro visto le previsioni del piano aziendale che non contemperano un vero progetto di rilancio e di potenziamento del presidio finito il periodo estivo” proseguono i delegati Mangiola, Calò, Fontanelli e Sgherri che chiedono se i sindaci del Valdarno fiorentino Mugnai, Giunti e Lorenzini non fossero a conoscenza di questa operazione.
“Ed è possibile che il Direttore Generale della USL Toscana Centro Dr Morello pensasse che i Cobas potessero tacere, al pari di CGIL CISL UIL, sulla mancata e preventiva informativa e confronto sindacale, sulla violazione dei diritti dei lavoratori, su questa ingiustificata deportazione, sulla soppressione di posti letto/attività/servizi e contemporanei posti di lavoro? Questa chiusura e l’ingiustificata violazione dei diritti dei lavoratori non sarà da noi Cobas accettata, proprio perché non risponde né al rilancio e potenziamento del presidio ospedaliero Serristori né ad una adeguata risposta ai bisogni di salute della popolazione valdarnese”.
“Mentre prosegue l’interlocuzione, iniziata nella giornata del 26 maggio, con la rete dei comitati, associazioni, gruppi consiliari a difesa dell’Ospedale Serristori, per il quale sarà in preparazione una nuova mobilitazione sociale, come sindacato COBAS P.I. USL Toscana Centro nell’esprimere la totale contrarietà alle scelte aziendali, alle ripetute violazioni delle relazioni sindacali dichiariamo lo stato di agitazione dei lavoratori dell’ospedale Serristori e dei presidi sanitari territoriali, con un appuntamento pubblico che vedrà la luce nei prossimi giorni”.
In chiusura i delegati del sindacato di base richiedono dunque all’Asl Toscana Centro “la revoca dei provvedimenti di chiusura, per i quali ci aspettiamo una seria e autorevole presa di posizione di contrarietà dei Sindaci del Valdarno Fiorentino, che ricordiamo essere autorità sanitarie di riferimento in rappresentanza di tutti i cittadini e non degli interessi oscuri di un partito che agisce contro di essi”.