Si conclude con un lieto fine la triste storia di una ragazza pakistana, segregata in casa dai propri familiari che non approvavano la sua relazione con un ragazzo dalla fede diversa. A salvarla i carabinieri della compagnia di San Giovanni Valdarno, allertati da una mail che la stessa giovane aveva inviato alle forze dell’ordine per metterle a conoscenza della propria condizione di isolamento e solitudine. Poche righe buttate giù frettolosamente, ma piene di significato, tramite le quali la ragazza ha spiegato che se non si fosse decisa a interrompere la frequentazione con il suo amato, i parenti sarebbero stati pronti a riportarla con la forze al Paese di origine o in alternativa a usare violenza nei suoi confronti e del fidanzato, fino addirittura a minacciarli di morte.
Una situazione gravissima per cui i carabinieri sangiovannesi sono subito entrati in azione, con il nucleo operativo e le altre stazioni dei carabinieri che hanno immediatamente passato in rassegna gli archivi e le anagrafi dei comuni del territorio per riuscire a risalire all’identità esatta dell’autrice della richiesta di aiuto. Una ricerca risolta nel giro di poche ore, con i militari dell’arma che sono riusciti a identificarla e a riscontrare l’indirizzo dove abitava, appurando anche come le problematiche della famiglia, in parte, fossero già seguite dai servizi sociali. Chiarito il quadro della situazione, i carabinieri si sono recati a casa della vittima e, con una motivazione pretestuosa per non far insorgere sospetti ai familiari, hanno accompagnato la ragazza alla stazione di San Giovanni.
Una volta entrata negli uffici, l’emozione ha avuto il sopravvento per la ragazza di circa 20 anni, che ha iniziato a raccontare con commozione la sua storia confermando di essere stata lei a inviare la richiesta di aiuto. Secondo quanto riferito, da poco meno di un anno aveva iniziato a frequentarsi con un ragazzo indiano poco più grande di lei. Una relazione andata avanti senza problemi fino a quando la famiglia di lei non ha appreso di questa frequentazione e soprattutto della diversità di religione: lei musulmana, lui indù. A quel punto si è manifestata la netta contrapposizione alla relazione, con i familiari che hanno segregato la giovane in casa, sequestrandole il telefono e i documenti di identità, consentendole di uscire solamente quando necessario e accompagnata dai suoi fratelli maschi in modo che la monitorassero.
La ventenne, fiduciosa di poter trovare comprensione nella famiglia, ha ribadito di voler continuare la relazione con il ragazzo indiano, non sapendo così di accendere ulteriormente il risentimento dei parenti che sono arrivati a minacciare esplicitamente di uccidere sia lei che il fidanzato. Da qui la decisione della vittima di rivolgersi ai carabinieri, approfittando dei momenti per cui la famiglia le lasciava il computer per la didattica a distanza per creare una casella di posta elettronica e contattare via mail le forze dell’ordine. La ragazza attualmente è al sicuro in un centro antiviolenza, mentre sono in corso da parte dei carabinieri ulteriori indagini per definire i contorno della vicenda e definire con esattezza le responsabilità dei familiari.