In merito al recente piano per la riorganizzazione post pandemia dell’ospedale Serristori di Figline, intervengono i delegati Cobas che commentano così il documento annunciato dall’assessore regionale alla sanita Bazzini.
“Arriva in ritardo il documento, privo di una stesura pubblica formale, da parte del nuovo Assessore Regionale alla Sanità Simone Bezzini condiviso dai Sindaci dei Comuni di Figline Incisa, Reggello, Rignano sull’Arno e dalla ASL Toscana Centro, circa la ripartenza del presidio ospedaliero Serristori post covid. Un documento richiesto, atteso e sollecitato da mesi da parte dei COBAS P.I. visto che in tutta l’area dell’azienda sanitaria, la stessa ha proceduto al riavvio di tutte le attività e servizi soppressi e/o ridotti causa l’emergenza pandemica tranne che al Serristori, per il quale c’è voluto un summit per riaprire e riadeguare i servizi di cura medica e chirurgica, diagnostica e riabilitativi con clamorosi e nuovi tagli inaccettabili che non trovano da parte nostra e dei lavoratori alcuna condivisione”.
“Ci spiace rilevare che la nostra richiesta di monitoraggio e controllo da parte della commissione regionale sui focolai covid rilevati anche in quest’ultimo periodo all’interno delle strutture private convenzionate non sia avvenuta, lasciando impunite scelte gestionali che hanno messo a rischio la salute pubblica. Strutture private alle quali sono state stanziate, a causa dell’esternalizzazioni, ingenti risorse economiche per attività chirurgiche e ortopediche che potevano essere erogate presso il presidio Serristori”.
La nota dei Cobas prosegue, con i delegati del sindacato di base che chiedono direttamente alla Regione se il documento “sostituisce o abroga il patto territoriale del 2014, che definiva il presidio Serristori “come ospedale per acuti di primo livello per l’area territoriale di riferimento” mettendolo in rete, in un rapporto di pari dignità con il presidio ospedaliero Santa Maria Annunziata e nel quale venivano elencate prestazioni, servizi, attività che sarebbero state svolte arrivando persino a definire gli stanziamenti per il rilancio, la messa in sicurezza, la riorganizzazione dell’area medica e chirurgica, del pronto soccorso H24 e di tutte le specialistiche diagnostiche, laboratoristiche e ambulatoriali. Di tutto questo non c’è più alcuna traccia nelle dichiarazioni dell’assessore regionale, perché?”
“Se pur in ritardo e con contenuti non del tutto condivisibili apprezziamo il fatto che le sorti dell’ospedale Serristori siano tornate al centro dell’attenzione istituzionale regionale, esprimiamo viva preoccupazione che rimanga ancora, quale unico interlocutore delle Amministrazioni, l’attuale Direttore Generale che negli anni ha indebolito con il suo staff e le Direzioni Dipartimentali il servizio sanitario territoriale valdarnese e l’ospedale Serristori”. Entrando nel dettaglio, i Cobas esprimono la propria contrarietà “alla sostituzione del pronto soccorso H24 in un punto di primo soccorso a gestione del 118 già assorbito a tempo pieno, come da sue funzioni, nell’emergenza territoriale in un comune ad alta intensità abitativa e la cui contrarietà a questo progetto è già stata espressa dall’aria infermieristica, mentre inaccettabile è la soppressione dei posti letto di terapia sub intensiva”.
No inoltre al team unico: secondo i delegati “è dimostrato nel tempo e nei fatti che l’assegnazione ad un team unico, e non vincolato al presidio Serristori, di medici di medicina generale, chirurghi, ortopedici e anestesisti favorisce esclusivamente il presidio ospedaliero Santa Maria Annunziata, dove è avvenuto un vero rilancio e potenziamento che attrae tutti i professionisti interessati”. No anche al “declassamento della Medicina B: per quanto riguarda l’area di degenza medica viene declassato uno dei due reparti, con 18 posti letto, in struttura intermedia, ovvero di lunga degenza, che dovrebbe essere cogestito dai medici di famiglia già oberati e impegnati nel contrastare il dilagare della pandemia: un film già visto che ha portato alla chiusura a suo tempo dei piccoli ospedali di Greve in Chianti e di Tavarnelle Val di Pesa, mentre l’altra area di degenza medica definita ad alta intensità dai 22 attuali posti letto passerebbe a 12”.
“Sulla chirurgia e ortopedia finalmente vengono riconosciute le nostre contestazioni, a suo tempo espresse, sull’invenzione della week surgery (aperta scandalosamente 5 giorni su 7) e ripristinata l’attività chirurgica 7 giorni su 7 con la riallocazione del reparto di chirurgia generale nello stesso piano delle sale operatorie, per le quali pretendiamo che siano attive e funzionanti come da dichiarazioni rilasciate. Fumosi ci sembrano gli impegni annunciati sulle attività specialistiche ambulatoriali, ridotte al minimo rispetto al fabbisogno diversificato di risposte sanitarie a quesiti clinici afferenti a più e diverse specialistiche. L’ennesima bufala riguarda la cardiologia, che attualmente vede la presenza costante di un solo cardiologo e ridotta la sua attività, la quale verrebbe estesa anche sul versante pediatrico, al cui rilancio si deve contribuire con risorse mediche aggiuntive”.
“Riconoscendo il prezioso e insostituibile contributo dato dal Calcit Valdarno Fiorentino alla difesa dell’ospedale Serristori e nello specifico al rilancio dell’oncologia, fornendo persino le strumentazioni e il personale necessario – proseguono i Cobas – ci appare sorprendente che la Regione Toscana dichiari di potenziare le attività diagnostiche utilizzando l’associazionismo e non risorse proprie provenienti dai contributi che i cittadini danno ai costi del servizio sanitario”.
“Come COBAS P.I. USL Toscana Centro chiediamo all’Assessore Regionale alla sanità e ai Sindaci del Valdarno Fiorentino di rivedere tale impostazione sul futuro del Serristori, di non accettare la soppressione del PS H24, della sub intensiva, di dotare il presidio di personale adeguato e vincolato alle funzioni che deve assolvere, non riducendo l’offerta dei servizi sanitari ad una mera questione di compatibilità economica che tanti danni ha fatto alla funzionalità dell’assistenza, come la pandemia insegna. Chiediamo inoltre una volta raggiunta una intesa sul futuro dell’ospedale Serristori, questa sia formalizzata, dettagliata su tutte le risorse, attività e servizi e monitorata costantemente”.
“Contestualmente – conclude la nota – annunciamo la riattivazione di una cabina di regia sociale, che entrerà nel merito del rilancio vero del Serristori, chiamando associazioni, comitati e reti civiche a raccolta! Il primo appuntamento è già stato fissato per mercoledì 25 maggio 2021 alle ore 17,30 al Circolo Fanin nel rispetto delle regole in vigore in materia di contrasto alla diffusione della pandemia”.