“Ad oggi, 30 maggio, gli operatori del pronto soccorso non sanno quali turni avranno tra due giorni, il primo giugno”. È questo l’allarme lanciato da Silvia Chiassai Martini, sindaca di Montevarchi, che torna così a intervenire sulle criticità per la mancanza di personale all’interno dell’ospedale della Gruccia.
“La gestione di una turnazione non efficace né efficiente a causa di mancanza cronica di personale causa da troppo tempo un aumento delle ore mensili lavorative di ciascun operatore, esponendo anche a rischio di errori dovuti al sovraccarico lavorativo – prosegue la prima cittadina – Non è giusto nei confronti degli operatori che sopportano una situazione che perdura oramai da tempo e che oggettivamente chi di dovere non sta assolutamente gestendo ma non è giusto anche e soprattutto nei confronti dei pazienti che hanno diritto ad avere cure qualitativamente degne e che subiscono attese interminabili. Lavorare sotto organico non è lavorare in sicurezza e chi è preposto a garantirla deve immediatamente dare soluzioni”.
Chiassai Martini si rivolge così direttamente al direttore generale dell’Asl Toscana Centro, Antonio D’Urso, e al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani chiedendo loro di intervenire dato che ad ora “i turni scoperti di infermieri ed Oss, sono decine”. “Come pensano di poter aprire la nuova area del pronto soccorso con questo stato cronico di personale? – sottolinea la sindaca – Quali servizi potranno essere garantiti, visto che ancora neanche il servizio barellieri promesso è arrivato? I pazienti possono contare nella professionalità e nella dedizione del personale ma non è più accettabile trascinare da anni una situazione di mancanza di programmazione del personale che ha creato una condizione di quotidiana inefficienza e disagio”.
È evidente, aggiunge il sindaco di Montevarchi, “che non c’è né interesse, né attenzione nei confronti di un presidio ospedaliero di 1 livello che dovrebbe essere un fiore all’occhiello per un bacino di utenza di oltre 100mila abitanti e con un Pronto Soccorso che registra ogni anno circa 40mila accessi anche della parte del Valdarno Fiorentino. La carenza di personale e la mancata assunzione di figure necessarie, addirittura per garantire i servizi ordinari, è la dimostrazione di una sanità inefficiente nella gestione dei bisogni del territorio. È chiaro che non possiamo permettere che a farne le spese siano sempre le professionalità presenti nel nostro Ospedale e i cittadini costretti ormai a rivolgersi altrove per trovare risposte al loro diritto di cura in tempi accettabili”.
Chiassai Martini si chiede dunque dove sia l’azienda sanitaria e cosa stia facendo la politica del territorio. “La Presidente della Conferenza dei Sindaci si attivi urgentemente visto che da anni la Conferenza è palesemente appiattita a servizio della Regione, per motivi politici non ha il coraggio di difendere il nostro Ospedale ed è muta di fronte alle condizioni inaccettabili che i nostri cittadini subiscono a causa di un servizio sanitario non dignitoso. Il Valdarno ha diritto di avere risposte e garanzie da una Regione sorda e completamente assente, capace solo di mettere le mani nelle tasche dei cittadini per coprire i buchi di bilancio di una sanità regionale ad oggi irriconoscibile. Da oltre due anni continuo a chiedere formalmente programmazione e chiarimenti al Presidente Giani, che irrispettoso dei cittadini e delle Istituzioni neanche risponde e oggi, alle soglie del mese di giugno i nostri infermieri ed operatori sanitari non hanno neanche una programmazione certa dei turni per svolgere degnamente le loro mansioni”.
“Mi auguro che non si corra a tagliare il nastro del nuovo pronto soccorso viste le imminenti elezioni, tentando come sempre di gettare fumo negli occhi ai cittadini – conclude Chiassai Martini – La pazienza è terminata e la responsabilità politica della Conferenza dei Sindaci del Valdarno, del Presidente Giani e del Direttore Generale della Asl Sud Est D’Urso sono oggettive e di una gravità inaudita, visto che da troppi anni continuano nella loro imperturbabile latitanza nei confronti del nostro territorio e del nostro Ospedale”.