“Una Regione Toscana che viaggia a velocità diverse”. A un anno dall’avvio del Paur, il provvedimento autorizzatorio unico regionale, richiesto per il progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota, interviene così il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi, che esprime le sue considerazioni sull’andamento del procedimento.
Una comunicazione quella del primo cittadino effettuata durante la seduta di consiglio comunale dello scorso 30 settembre, nel corso della quale Vadi ha preso la parola per fare il punto proprio su Podere Rota, riportando come nel nuovo piano regionale dell’economica circolare e delle bonifiche rientrerà anche la programmazione dei rifiuti speciali. “È del 24 settembre 2020 – ha dichiarato il sindaco sangiovannese – il Rapporto di ispezione ambientale di Arpat Arezzo che ha messo in luce la condizione di potenziale contaminazione delle acque sotterranee del sito su cui sorge la discarica e rispetto alla quale non abbiamo ancora una risposta certa dalla Regione Toscana su di chi sia la responsabilità. Ad oggi, conosciamo la data in cui si riunirà la prima conferenza dei servizi, indetta per il prossimo 28 ottobre, nell’ambito della quale verrà deciso se autorizzare o non autorizzare l’ampliamento per il conferimento dei rifiuti speciali della discarica di Podere, come richiesto da Csai”.
La prima considerazione riguarda le “diverse velocità” adottate dalla Direzione ambiente ed energia della Regione Toscana che ha in capo il procedimento. “È singolare – ha proseguito Vadi – che il protocollo regionale della Direzione ambiente ed energia rechi la data del 13 agosto 2021 e che la stessa Direzione ambiente ed energia sia stata così celere ad istruire tutta la documentazione integrativa di Csai per convocare la prima conferenza dei servizi e procedere alla ‘Richiesta di pareri e contributi tecnici istruttori’ agli enti competenti su quella documentazione integrativa, il 13 agosto. È singolare perché si tratta della stessa Direzione ambiente ed energia che ha impiegato così tanti mesi prima di prendere in considerazione le comunicazioni di Arpat – ripetute in sedi diverse ed in tempi diversi a partire dalla Ria del 24 settembre – sulla potenziale contaminazione delle acque sotterranee, e lo ha fatto, a mio avviso, solo in seguito alle azioni che sono state messe a punto negli ultimi mesi, tra cui l’inchiesta pubblica e la diffida alla Regione Toscana da parte del Comune di San Giovanni Valdarno con ‘Richiesta e sollecitazione di avvio di procedimento d’ufficio di identificazione del soggetto responsabile della contaminazione’, il cui formale inizio è del 10 settembre 2021, quasi un anno dopo dalla prima ‘denuncia’ di Arpat”.
“È evidente, a mio avviso, che la Direzione ambiente ed energia della Regione Toscana viaggia a velocità diverse: una velocità sostenuta per istruire il Paur e la documentazione integrativa di Csai, e calendarizzare la prima conferenza dei servizi, un passo lento per l’avvio del procedimento di individuazione del responsabile della contaminazione delle acque sotterranee, responsabile che Arpat Arezzo ha fin da subito individuato in Csai, ma che ancora la Direzione ambiente ed energia deve definire. E’ una amara constatazione, la mia: ci viene riferito che la procedura del Paur è di tipo amministrativo e non politico, e allora mi domando per quale ragione la Direzione ambiente ed energia dia l’impressione di rallentare il procedimento che potrebbe ostare all’autorizzazione, l’individuazione del responsabile della potenziale contaminazione, mentre imprime rapidità al Paur”.
Nel mese di settembre sono avvenuti due eventi politici importanti relativamente al tema dei rifiuti in Toscana: la comunicazione dell’assessore regionale all’ambiente in Consiglio Regionale, “Strategia regionale per il nuovo Piano dell’economia circolare” del 2 settembre 2021 e la mozione approvata a maggioranza in Commissione ambiente del Consiglio regionale, “Sulla previsione di chiusura della discarica di Casa Rota nel Comune di San Giovanni Valdarno”, promossa dalla consigliera del Movimento Cinque Stelle, Silvia Noferi e sottoscritta anche dai consiglieri del Partito Democratico. La comunicazione, che contiene gli indirizzi politici del prossimo piano regionale dell’economia circolare e delle bonifiche, parte, in premessa, dalla necessità della “riduzione della quantità dei rifiuti prodotti e del sempre minor ricorso alle discariche” ed introduce un’importante novità: il nuovo piano dei rifiuti si occuperà non solo della “pianificazione dei rifiuti urbani”, ma anche della “programmazione degli speciali”.
“Senza dubbio – continua il sindaco Valentina Vadi – è una novità significativa, questa, che pone anche i rifiuti speciali nel perimetro delle scelte politiche della Regione e non li derubrica all’ambito dei procedimenti di natura amministrativa”. Si legge, infatti, nella parte conclusiva della comunicazione: “In questo senso è opportuno chiarire ulteriormente che sarà il Piano il luogo in cui verranno prese, in accordo con i Comuni e con le Ato, le decisioni pianificatorie sui rifiuti urbani e la complessiva programmazione dei rifiuti speciali, che, come noto, rappresentano la maggior quota di rifiuti prodotti, con l’obiettivo di assicurare il pieno soddisfacimento del principio di autosufficienza”.
“Mi rassicurano queste ultime affermazioni ancorché programmatiche – sottolinea Vadi –, perché pongono l’accento sulla necessità di una condivisione delle scelte impiantistiche che saranno contenute nel nuovo Piano con i territori e con i Comuni, mentre per tanto tempo il nostro territorio ha subito scelte imposte in altre sedi e che non hanno rispettato la chiara volontà dei cittadini. Mi auguro che queste non rimangano parole e buoni propositi, ma che trovino attuazione concreta e anche rapida in un nuovo Piano regionale dei rifiuti che metta la parola fine, in via definitiva, alla discarica di Podere Rota”.
E questa è anche la richiesta ed il senso politico della mozione approvata in Commissione ambiente in Consiglio regionale poche settimane fa: dopo aver ricordato le fasi salienti della vita trentennale della discarica e la volontà ferma di cittadini e istituzioni del Valdarno per la sua chiusura, viene chiesto alla Giunta regionale di “attivarsi per rendere improrogabile la data prevista per la chiusura della discarica di Podere Rota al 31 dicembre 2021, secondo quanto previsto dalla delibera di Giunta Regionale 485, del 25 giugno 2013”. “Credo che questo risultato, che dovrà essere confermato dall’approvazione della mozione in Consiglio regionale e poi da un conseguente atto deliberativo della Giunta regionale, sia un obiettivo importante che è stato raggiunto in relazione ai rifiuti urbani, assolutamente non scontato un anno fa, e che è stato ottenuto grazie al movimento unito e compatto di un intero territorio, il Valdarno, che, nelle sue componenti cittadine, istituzionali, associative ha chiesto con forza, in ogni sede e per lungo tempo, la chiusura di Podere Rota”.
Rimane aperta la battaglia sul Paur sull’ampliamento per i rifiuti speciali. “Continueranno – ha concluso il sindaco di San Giovanni Valentina Vadi – con determinazione, l’azione e l’impegno da parte nostra, come accaduto in questi 12 mesi, perché si chiuda, in via definitiva e anche per i rifiuti speciali la discarica di Podere Rota, un sito trentennale ed esteso per 5 milioni di metri cubi alle spalle del paesaggio delle Balze e a pochi metri, in linea d’aria, dall’abitato di San Giovanni Valdarno”.