Si alza forte anche nel periodo del Covid-19 “L’Urlo della Memoria”, la cerimonia del ricordo, a distanza di 77 anni, dei 192 civili sterminati dalla barbarie nazifascista tra il 4 e l’11 luglio 1944. La serie dei terribili massacri messi in atto dall’Unità Hermann Goering della Wehrmacht a Castelnuovo dei Sabbioni, Meleto Valdarno, San Martino, Massa Sabbioni e Le Matole anche quest’anno è al centro dei due giorni di celebrazioni solenni create dall’amministrazione comunale.
La giornata di eventi è prevista domenica 4 luglio: dopo la messa delle 8.30 nella parrocchia di San Donato a Castelnuovo dei Sabbioni, le celebrazioni solenni proseguiranno alle 10.00 con la Santa Messa presso il Monumento ai Caduti di Meleto Valdarno. Dopo la celebrazione avranno luogo gli interventi del Sindaco Leonardo degl’Innocenti o Sanni e della Senatrice Roberta Pinotti, Presidente della Commissione Difesa, ospite dell’evento.
A chiudere la mattina, alle 11.30 l’inaugurazione delle targhe commemorative nelle aie dei massacri e al Monumento stesso, realizzate in collaborazione con l’associazione “Meleto vuole ricordare”. In serata nella Piazza della Repubblica di Castelnuovo dei Sabbioni alle 21.00 è prevista la cerimonia di premiazione del “Cittadino dell’Anno 2021”, ed a seguire in collaborazione con il Festival Orientoccidente di Materiali Sonori, la medesima piazza sarà lo scenario del concerto “L’Urlo della Memoria” di Finaz con la partecipazione di Nuto della Bandabardò.
Il programma si aprirà comunque la sera prima, sabato 3 luglio alle 21.00 presso il Monumento ai Caduti di Meleto: qui si svolgerà la prima presentazione nel territorio cavrigliese del libro “Muoio per te, Cavriglia 4 luglio 1944: un massacro che l’Italia ha dimenticato” edito da Longanesi e scritto da Filippo Boni. Il testo narra proprio alcune vicende legate al passaggio del fronte e agli eccidi, attraverso ricostruzioni storiche e testimonianze. La presentazione si terrà con l’Intervento del Sindaco Leonardo Degl’Innocenti o Sanni e la presenza della Senatrice Roberta Pinotti.
Mimmo Calcara leggerà alcuni brani del libro, e durante la serata saranno proiettate delle testimonianze video facenti parte del documentario “Albero infinito” a cura di MACMA, recentemente installato nel museo “MINE” nel vecchio Borgo di Castelnuovo. L’ultimo atto è poi previsto domenica 11 luglio alle 10.00 con la Santa messa presso il cippo dei caduti a Le Matole.
“La Memoria è tra le basi dei valori della Comunità di Cavriglia – hanno affermato il Sindaco Leonardo Degl’Innocenti o Sanni e l’assessore alla Memoria Filippo Boni – Non rinunceremo mai a ricordare coloro che persero la vita per la barbarie nazifascista, e da quest’anno avremo delle lapidi a ricordare i singoli luoghi di un eccidio che azzerò la popolazione maschile di quei luoghi ed alcune testimonianze video direttamente dal nostro museo. Siamo pronti, come ogni anno, ad onorare i nostri morti e come sempre vogliamo trasmettere alle nuove generazioni il forte significato di quel periodo. Raccontiamo ai giovani cosa è accaduto, perché domani toccherà a loro svolgere il ruolo dei narratori.”
” Orientoccidente è un appuntamento di memoria, anzi di ‘non dimenticanza’ – le parole di Giampiero Bigazzi, responsabile di Orientocciente – Culture e Musiche Migranti’ vuol dire anche questo: ricordo, tradizioni che si rinnovano, sguardo verso il futuro senza dimenticare da dive veniamo. L’occasione di quest’anno è il concerto di un amico di Cavriglia e della Materiali Sonori: Alessandro Finazzo, in arte Finaz, uno dei migliori chitarristi italiani e componente storico di Bandabardò. Presenterà il suo terzo album solista “Cicatrici”, vere e proprie canzoni avvolte nel grande virtuosimo della sua chitarra. Insieme a lui, special guest sarà il batterista della mitica banda toscana, Alessandro Nutini, in arte Nuto. Due componenti fondamentali di un ensemble che in oltre vent’anni ha fatto con coerenza la storia della musica italiana. Questa presenza inaugurale è importante perché tutto il festival Orientoccidente è dedicato a Erriquez Greppi. Come dice Finaz: ‘volevamo contrastare l’orrore con il sorriso’. E, per quanto può farlo la musica, ci sono riusciti”.