Il lupo colpisce ancora in Valdarno. Stavolta a farne le spese è il gregge dell’azienda agricola Egidio Marcia in località Ascione, nel Comune di Terranuova Bracciolini, dove negli ultimi giorni sono state attaccate e sbranate undici pecore, con due disperse. Una lotta oramai diventata quotidiana quella tra allevatori e predatori, come testimoniano le parole di Marcia raccolte dalla sezione aretina di Coldiretti.
“Gli attacchi sono avvenuti anche in pieno giorno, l’ultimo questa mattina mentre le pecore erano al pascolo – racconta l’allevatore – il mio gregge negli ultimi anni è stato più che decimato, si aggirano intorno al centinaio gli animali che ho perso a causa delle aggressioni, questa volta era un branco di lupi perché l’attacco è stato veramente importante”. Un timore quello di Marcia legato non solo ai danni per l’azienda che dirige, ma anche soprattutto alla sicurezza personale e dei propri familiari: gli attacchi da parte dei lupi infatti sono avvenuti a pochi metri dall’abitazione della famiglia Marcia. “Ogni giorno speriamo che sia un giorno nuovo – prosegue il titolare dell’azienda agricola – purtroppo però siamo vittime anche noi, come i nostri animali del predatore, le pecore rimaste tra l’altro vivono in una situazione di shock che comprometterà anche la produzione di latte e quindi il rallentarsi della nostra filiera e la mancanza di alcuni dei nostri prodotti nei mercati di Campagna Amica che facciamo settimanalmente da anni”.
Lo scenario che rimane dopo un episodio del genere è desolante, con le carcasse degli animali dilaniati a terra a pochi passi dalla casa della famiglia Marcia. Il lupo potrebbe arrivare in ogni momento, attaccando sia di giorno che di notte, rappresentando un serio pericolo sia per le attività colpite che per la sicurezza delle persone. “L’allarme è rosso per i nostri imprenditori – spiega Coldiretti – le aziende sono in forte difficoltà e stanno facendo sforzi enormi per restare in piedi. Il caso di Marcia è uno, ma nella provincia sono presenti altri allevatori nelle stesse condizioni. Serve un vero e serio impegno delle Istituzioni per arrivare alla definizione di un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi UE come Francia e Svizzera per la difesa dal lupo degli agricoltori e degli animali allevati”.
“Il rischio vero oggi è – prosegue l’associazione aretina – la scomparsa della presenza dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne per l’abbandono di tantissime famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore. Quello che chiediamo è la massima responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza ricordando che quando chiude un allevamento non chiude solo una impresa ma un presidio del territorio che tutela il paesaggio e la tradizione pastorizia”.