“Perché non sono ancora iniziate le bonifiche nella gran parte dei siti contaminati dal Keu? La Regione come pensa di tutelare la salute dei residenti?”. È questa la domanda che pongono con un’interrogazione alla maggioranza in Regione i consiglieri del gruppo di Fratelli d’Italia – il capogruppo Francesco Torselli, Alessandro Capecchi, componente della Commissione Ambiente e Territorio e già componente della Commissione d’inchiesta sulla criminalità in Toscana, Diego Petrucci, componente della Commissione Sanità, Vittorio Fantozzi e Gabriele Veneri.
“Ci sono siti come la sr 429 tra Empoli e Castelfiorentino dove i terreni sono ancora coperti da teli e i residenti sono stati costretti a più riprese a manifestazioni di protesta. Al Green park di Pontedera sono partite soltanto le prime operazioni di rimozione dei rifiuti mentre all’impianto Le Rose di Bucine nell’aretino si stanno ancora individuando le priorità di intervento – spiegano i consiglieri regionali di Fdi – Visto che come Fratelli d’Italia siamo stati i primi a chiedere un Commissario nazionale per le bonifiche, perché il decreto 152 lo consentirebbe, ci siamo resi disponibili a sollecitare il Governo per tale nomina. Vorremmo anche sapere qual è l’esito della ricognizione regionale, annunciata lo scorso luglio dall’assessore Monni, per l’individuazione di altri nuovi siti potenzialmente contaminati dal Keu. E per quali motivi la Giunta regionale non ha provveduto ad informare la Commissione Ambiente e Territorio delle relazioni tecniche e degli esiti degli studi in oggetto, come quello del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa che ha stabilito che il Keu al momento della sua produzione contiene cromo esclusivamente trivalente ma che in presenza di ossigeno, pioggia e umidità si ossida e si trasforma in esavalente, ossia in una sostanza cancerogena”.
Nel loro documento i consiglieri di Fratelli d’Italia evidenziano come la gravita dell’inquinamento diffuso per l’utilizzo dei materiali riciclati contenenti Keu prodotto dall’impianto Le Rose, l’impianto situato nel territorio bucinese, “erano purtroppo già noti e gli studi del Dipartimento di Scienze della Terra di Pisa confermano l’urgenza di un intervento tempestivo nella bonifica dei terreni contaminati per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente”. “Oltre ai 13 siti in cui è stata rilevata la presenza di Keu, a distanza di due anni non è stata data alcuna comunicazione in merito alla ricognizione eseguita su scala regionale dalla Regione per l’individuazione di altri nuovi siti in cui può essere riscontrata la presenza di miscelato contenente Keu. E risulta che non tutti i Comuni interessati abbiano adottato i relativi piani di caratterizzazione – concludono Torselli, Capecchi, Petrucci, Fantozzi e Veneri – La legge regionale n.30/2006 attribuisce al Comune competente le funzioni amministrative in materia di bonifica, ma qualora il Comune non provveda è la Regione che deve attivarsi per tutelare la salute dei cittadini”.