Un’ingente frode fiscale e violazioni alla normativa sul lavoro. È questo quanto scoperto dalla compagnia di San Giovanni della Guardia di Finanza, che recentemente ha individuato due organizzazioni occulte attive nel settore turistico riconducibili a soggetti economici stranieri che operavano sul territorio italiano.
Una modalità operativa che, come spiegano i finanzieri, si è particolarmente diffusa con l’affermarsi della ‘digital economy’: in altre parole si tratta di una truffa che consiste nell’occultare al fisco una ‘struttura economica permanente’ organizzata, situata in Italia, ma facente capo a un soggetto economico straniero. Un fenomeno lesivo sia per le regolari attività ricettive e operatori attivi sul territorio, che si ritrovano così a fronteggiare con casi di concorrenza sleale, che ovviamente a livello economico per il mancato pagamento delle imposte dovute.
Entrando nel dettaglio, nel primo caso si tratta di una società, con sede in un Paese con tassazione inferiore rispetto a quella italiana, che offriva tramite una piattaforma online, ad una vasta clientela perlopiù straniera, servizi di intermediazione per locazioni turistiche di case vacanze di alta gamma, ubicate in Italia. L’attività, eseguita senza pagare le imposte dovute e senza formalizzarne la presenza nel nostro Paese, era attuata tramite una ‘stabile organizzazione occulta’ annidata presso la sede di una società italiana. Quest’ultima metteva infatti a disposizione i suoi spazi fisici, il personale, i beni strumentali, la piattaforma informatica e la rete di contatti per lo sviluppo dell’intero business dell’impresa estera, consentendo, al soggetto straniero, di pubblicizzare e promuovere oltre 2.000 case vacanze, in buona parte ubicate in Toscana, senza fare emergere i redditi generati dalle commissioni derivanti dall’attività di intermediazione.
Nel secondo caso l’organizzazione, pur riconducibile ad una società estera, aveva assunto la veste formale di semplice ramo aziendale di quest’ultima, nonostante l’impiego, nel nostro Paese, di una ‘struttura economica permanente’, costituita da personale e mezzi che erano impiegati nell’organizzazione e nell’esecuzione di tour cicloturistici che venivano promossi e commercializzati dalla società estera, attraverso un sito internet, nei confronti di clienti stranieri.
Le indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di scoprire non soltanto una rilevante evasione fiscale, ma anche violazioni alla normativa sul lavoro. I riscontri sono stati eseguiti in sinergia con l’Ispettorato Nazionale del lavoro, INPS e INAIL e hanno permesso di far emergere centinaia di rapporti di lavoro irregolari e l’omesso versamento di ritenute previdenziali e contributive. Per i dipendenti che infatti curavano l’esecuzione dei tour turistici sul territorio nazionale, non venivano effettuate trattenute delle imposte sul reddito né le ritenute previdenziali, in quanto formalmente assunti da una ulteriore società estera, e poi “distaccati” in Italia senza formalizzare nel nostro Paese l’esistenza del rapporto di lavoro.
Tra questi lavoratori, 10 percepivano indebitamente misure di sostegno al reddito, in particolare, assegno di disoccupazione e reddito di cittadinanza. I responsabili legali delle organizzazioni scoperte e i lavoratori irregolari che avevano illecitamente percepito il reddito di cittadinanza o l’indennità di disoccupazione, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Arezzo.