Figline e Incisa Valdarno ha reso omaggio oggi al 78° Anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo. Lo ha fatto deponendo le corone davanti ai monumenti ai caduti prima a Incisa e poi a Figline, onorando il cippo a Salvo d’Acquisto e ai caduti di Sant’Andrea e ornando di fiori le tombe dei Martiri della Resistenza. La cerimonia istituzionale è cominciata in piazza Mazzanti a Incisa, con la deposizione della corona presso il monumento ai caduti.
Dopo l’introduzione di Federico Cecoro, presidente del consiglio comunale, sono seguiti gli interventi del sindaco di Figline e Incisa Valdarno Giulia Mugnai e di Cristoforo Ciracì, presidente della sezione Anpi “Aronne Cavicchi”, cui ha fatto seguito l’esibizione musicale del Quartetto Schumann. Subito dopo è stata deposta un’altra corona, a cura delle associazioni combattentistiche e d’Arma, al cippo dedicato a Salvo D’Acquisto, nella piazza intitolata al vicebrigadiere dei Carabinieri, medaglia d’oro al valor militare. La cerimonia è proseguita a Figline, in piazza IV Novembre, davanti al municipio, dove alla presenza delle autorità e delle Associazioni combattentistiche, d’Arma e del Volontariato sono state deposte delle corone in memoria dei caduti in piazza Bianco Bianchi e in piazza Averani.
Quindi la tappa successiva è stata quella in via Sarri, davanti all’Albero dell’Universo, il monumento realizzato da Marcello Guasti e dedicato ai caduti di tutte le guerre, ancora con l’esibizione del Quartetto Schumann. Più tardi le associazioni combattentistiche si sono recate a deporre mazzi di fiori sulle tombe dei Martiri della Resistenza, mentre Anpi ha raggiunto il monumento ai caduti di Sant’Andrea per posare una corona.
“Ogni anno diventa sempre più importante celebrare il 25 aprile – le parole di Mugnai e di Cecoro – perché ogni anno le vicende della Resistenza sono sempre più lontane nel tempo e i testimoni diretti sempre meno numerosi. Per questo è ancora più necessario che le istituzioni e la comunità tutta ricordino e approfondiscano i temi della Resistenza per comprenderne meglio l’eredità più importante che ci ha lasciato: la Costituzione repubblicana”.
“Per noi la Costituzione nata dalla Resistenza – aggiungono – resta un libretto d’istruzioni per il presente e per il futuro, per interpretare la nostra contemporaneità. Rimane quello il luogo nel quale si ritrovano i principi fondamentali e fondanti del nostro vivere civile e delle relazioni che costruiamo nello stato democratico. Come sosteneva Piero Calamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati”. È questo al tempo stesso un patrimonio e un impegno per le generazioni future nel loro vivere comunitario”.