È stato individuato dai carabinieri di Cavriglia e segnalato alle autorità giudiziarie e amministrative il responsabile dell’incidente di caccia avvenuto nei giorni scorsi tra i boschi tra le piccole frazioni di Montegonzi e Fontebussi. L’episodio è avvenuto durante una battuta di caccia al cinghiale regolarmente autorizzata, alla quale aveva preso parte una squadra strutturata composta da quasi venti cacciatori.
Una giornata che sembrava procedere senza intoppi, poi intorno all’ora di pranzo, l’incidente. La Centrale Operativa della compagnia dei carabinieri di San Giovanni Valdarno riceve una telefonata da parte del servizio 118, da cui apprende che uno dei cacciatori che stavano partecipando alla battuta era stato colpito da alcuni pallini al volto e al petto. Fortunatamente – al netto del grandissimo spavento – si tratta solo di una tragedia sfiorata, perché il malcapitato, un valdarnese ultrasessantenne abitualmente dedito all’attività venatoria, cosciente e non in pericolo di vita, è stato immediatamente trasportato all’ospedale di Siena. In seguito alle cure ricevute presso il pronto soccorso, si capirà trattarsi solo di leggere ferite, poi giudicate guaribili nel volgere di pochi giorni.
Ricevuta la chiamata, e capita la gravità della situazione, la Centrale Operativa della compagnia di San Giovanni Valdarno ha immediatamente contattato i colleghi della stazione di Cavriglia, già vicino al luogo dell’accaduto in quanto impegnati in un altro servizio perlustrativo. La gazzella di Cavriglia si è quindi immediatamente recata in zona, per coadiuvare i soccorsi ed effettuare i rilievi ed il sopralluogo del caso. In prima battuta i militari dell’Arma avevano ipotizzato che l’uomo avesse potuto spararsi accidentalmente con la propria arma, ritrovata infatti scarica e con la canna sporca di terriccio. Un’idea che però nel corso delle indagini è apparsa poco verosimile data l’esperienza del cacciatore ferito e soprattutto per il tipo di munizioni utilizzate: un colpo caricato a pallini era del tutto inusuale per una battuta di caccia al cinghiale.
I carabinieri hanno così allargato l’area del sopralluogo, e, soprattutto, escusso a sommarie informazioni tutti i soggetti coinvolti nella battuta, compresa la stessa vittima. Gli elementi raccolti, messi a sistema, hanno consentito di ristringere il cerchio degli investigatori intorno ad un principale sospetto. Si tratta di un soggetto che aveva partecipato alla battuta di caccia in qualità di “scaccino”, quelle persone aggregate alla cacciata e incaricate di fare azioni di disturbo con urli, petardi, o percuotendo dei bussoli, o anche, appunto, cartucce a salve, per indirizzare i cinghiali alle poste. L’uomo, per negligenza, avrebbe introdotto nel fucile una cartuccia caricata a pallini, anziché a riso, cosicché, esplodendo il colpo, aveva accidentalmente colpito il compagno di battuta.
Il fucile incriminato è stato così sottoposto a sequestro. L’uomo è stato segnalato sia all’Autorità Giudiziaria – al momento solo per segnalare le lesioni, in ordine alle quali comunque la vittima non ha al momento inteso sporgere querela, necessaria nei casi di lesioni cosiddette “colpose”, per altro “lievissime”, come quelle del presente caso – che alla Prefettura di Arezzo, per eventuali provvedimenti sulla licenza di porto). “Quanto accaduto, come in altri analoghi casi che purtroppo periodicamente si ripetono – commentano i carabinieri – seppure conclusosi senza conseguenze gravissime, costituisce un’occasione importante per sensibilizzare tutti gli appassionati di caccia ad adottare sempre prudenza ed attenzione massime”.