Un episodio che conferma ancora una volta di più l’importanza della presenza dei defibrillatori sul territorio. Lo scorso lunedì, intorno alle ore 23 e 30, un uomo di 76 anni residente a Mercatale si è sentito male, ravvisando dolore toracico. I parenti hanno immediatamente allertato i soccorsi e dalla centrale operativa del 118, mentre venivano fatti partire i mezzi di soccorso, un operatore ha guidato passo passo i familiari dell’uomo nella gestione della situazione, indicando loro dove si trovasse il defibrillatore più vicino della rete sul territorio. Fortunatamente l’apparecchio era installato proprio sotto l’abitazione del paziente che, in pochi secondi, è stato attivato.
Il macchinario ha permesso di diagnosticare un problema cardiaco che in poche e semplici mosse, sotto la guida dell’operatore, è stato risolto direttamente dal parente dell’uomo in attesa dell’arrivo sul posto dei soccorsi. Il paziente è stato intubato ed accompagnato all’ospedale San Donato di Arezzo dove ha eseguito una coronarografia, risolto il suo problema cardiaco e poi è stato ricoverato in Rianimazione per proseguire le cure. In poco più di un’ora un paziente il cui cuore si era arrestato è giunto in ospedale ed ha ricevuto la terapia adeguata.
“Un evento – ha dichiarato il dott. Massimo Mandò, dirigente del servizio 118 della Usl Toscana Sud Est – conclusosi positivamente grazie alla collaborazione tra cittadini e ed il nostro personale dell’emergenza e che deve essere di esempio e stimolo per il futuro. Questo evidenzia ancora una volta quanto la “macchina” Arezzo Cuore sia fondamentale per la gestione del paziente critico cardiopatico: la presenza di più di mille defibrillatori sul territorio aretino gestiti e censiti dalla Centrale Operativa 118, in stretta collaborazione con tutte le Associazioni di Volontariato presenti sul territorio, permette non solo di salvare delle vite, ma anche di far in modo che i paziente sopravvivano privi di lesioni secondarie alla mancanza di ossigenazione cerebrale”.
“Per la vittima di arresto cardiaco, ogni minuto che passa è importante: l’80% dei decessi avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie e nel 65% dei casi l’arresto cardiaco avviene in presenza di testimoni. Per questo è ancora più importante avere persone preparate, non solo in ambulanza o in ospedale, ma anche nelle case e nei luoghi di vita sociale, la loro formazione e la capacità di saper utilizzare al meglio i defibrillatori fa la differenza. E’ un traguardo importante – prosegue Mandò, che va mantenuto e superato aumentando sia il numero dei defibrillatori che del personale formato all’utilizzo del defibrillatore. Ad oggi sono 4000 le persone territorio formate e preparate all’utilizzo di questi macchinari, che sempre di più si rivelano fondamentali per il primo intervento cardiaco”