Non più, per ora, un ‘outlet a cielo aperto’ ma spazio ad attività legate al mondo della ristorazione e dell’ospitalità. È questa la strada che il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini ha indicato per il futuro del centro storico della città. La prima cittadina nell’ultima seduta di consiglio comunale è intervenuta spiegando che sono venute meno le condizioni per poter portare avanti il progetto annunciato per portare i brand della moda e non solo ad insediarsi nei locali sfitti delle vie della mandorla, una scelta da imputare principalmente ai due anni di covid e a “una crisi generalizzata, confermata anche dai dati diffusi a livello nazionale secondo i quali negli ultimi dieci anni ben 111 mila negozi al dettaglio hanno chiuso i battenti e che le cessazioni di attività post Covid hanno raggiunto quota 31mila, investendo anche i grandi centri commerciali e gli outlet con chiusure in città come Milano e Roma. La causa principiale è lo sviluppo dell’acquisto on line, pratica esplosa durante il Covid, a cui si sono adeguate anche le grandi firme che ormai vendono per l’80% on line e solo per il 20% in negozio, scegliendo di limitare costi di affitti, utenze e personale”.
Da qui la necessità di trovare una nuova strada per il rilancio dell’economia nel centro storico cittadino, che secondo la sindaca riguarda il settore dell’hospitality e ristorazione, gli ambiti “ad oggi sono più performanti in tutta Italia. Coloro i quali, infatti, in questi anni hanno investito nel centro storico in attività legate all’accoglienza e al turismo, ristrutturando palazzine per B&B e hotel, registrano regolarmente il tutto esaurito – prosegue Chiassai Martini – Abbiamo quindi consultato tutte le agenzie immobiliari per avere informazioni su appartamenti e palazzi del centro idonei per la progettualità di realizzare anche residenze per studenti, visto che i costi nelle città universitarie, come Firenze, sono diventati insostenibili. Alcuni privati stanno valutando di investire in abitazioni decorose per gli studenti, anche provenienti dall’estero, che potrebbero trovare alloggio nella nostra città e raggiungere luoghi di studio in soli 40 minuti. Abbiamo contattato anche imprenditori interessati ad aprire attività nel settore della ristorazione e simili, oltre al costante lavoro per trovare un futuro alla ormai ex Farmacia Galeffi. Pur non avendo nessuna competenza in merito, stiamo cercando di trovare una soluzione per dare una nuova vita a questo immobile storico”.
Il sindaco ha poi messo l’accento sulle agevolazioni adottate in questi anni: “Continueremo naturalmente con le misure da noi introdotte per incentivare le attività che si insediano nel nostro centro storico che vanno dall’esenzione dell’Imu per tre anni per chi acquista un immobile, la riduzione dell’80% della Tari per i primi tre anni, del 90% degli oneri di urbanizzazione in caso di ristrutturazione dell’immobile, del 90% della Cosap senza limiti temporali, fino all’abolizione della “tassa sull’ombra” sull’installazione di tende. Ci tengo a sottolineare che, non sono mancati anche in questi ultimi due anni interessi da parte di privati che ci hanno chiesto aiuto a valutare il trasferimento delle loro attività nel centro storico, vedendo l’impegno che questa Amministrazione ha messo e continua a mettere per invertire una tendenza, iniziata molti decenni fa, a causa di scelte politiche che hanno intenzionalmente minato il nostro centro per favorire le zone commerciali, con la riqualificazione dalla pavimentazione e l’illuminazione della via Roma, le agevolazioni economiche per incentivare nuove attività e i numerosi eventi che portato famiglie e tanti concittadini a passeggio in centro. Questa fattiva azione su più fronti da parte dell’Amministrazione, ha portato molti a visitare i fondi sfitti per trovare un accordo economico con i proprietari, ma le richieste troppo elevate e non proporzionate alle condizioni dei negozi non hanno permesso di trovare un accodo economico”.
Proprio per questo motivo, Chiassai Martini rivolge un invito anche ai proprietari di questi locali che se vogliono far ripartire il centro affittando o vendendo i propri immobili, “devono fare proposte economiche realistiche, altrimenti gli sforzi dell’Amministrazione e l’interesse di imprenditori e commercianti saranno inutili. Per quanto ci riguarda l’ impegno continuerà ad essere costante nel promuovere il nostro centro, malgrado i cambiamenti sociali ed economici e la mancanza di volontà delle nuove generazioni nel proseguire le attività dei genitori a causa della storica mutazione del settore del commercio”.