Stop al Provvedimento autorizzatorio unico regionale per l’impianto di Podere Rota. È quanto richiede il gruppo consiliare Centro Sinistra per San Giovanni, che interviene così a seguito dell’esito dell’ultima relazione Arpat che ha confermato il problematico stato qualitativo delle acque sotterranee del sito di Casa Rota.
“La Csai comincia a parlare di Bonifica e di separazione delle due volumetrie (?). Basta con questo accanimento, si proceda a interrompere definitivamente il Paur – si legge in una nota del gruppo di maggioranza – Non si possono ignorare i dati allarmanti di Arpat sullo stato delle acque, la salute del nostro territorio non può più aspettare”.
Il Centro Sinistra per San Giovanni aggiunge inoltre che in data 23 febbraio ci sarà un aggiornamento della conferenza dei servizi riguardante ancora il progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota. “Si legge che la Csai, come proponente l’ampliamento, abbia trasmesso ‘documentazione relativa a modifica progettuale volontaria che riduce le volumetrie di rifiuti conferibili e ha l’obiettivo di isolare idraulicamente le due volumetrie’ – prosegue il gruppo consiliare – Riporta inoltre che ‘Lo sviluppo impiantistico sviluppato secondo questa nuova soluzione non sarà di ostacolo o di interferenza verso una eventuale futura necessità di operare interventi di bonifica o messa in sicurezza che si dovessero rendere necessari in base agli esiti degli accertamenti e della caratterizzazione conseguenti alla procedura, attivata ai sensi dell’art.245 Dlgs 152/06 e smi (SISBON AR-1195)'”.
“La Csai comincia a parlare di Bonifica e di separazione delle due volumetrie. Separazione delle due volumetrie? Quali due volumetrie?” chiedono dal Centro Sinistra per San Giovanni, “ci sono quelle che si esauriranno a metà del 2022 e con loro la necessità di ricevere i rifiuti urbani ma le altre no, non ci sono, le altre sono quelle che non esistono, nonostante il gestore (e non solo), stia cercando da tempo di convincere tutti della presenza e ineluttabilità di quelle volumetrie. Il termine corretto sarebbe ‘separazione delle due discariche’, ma così non si potrebbe gabellare come ampliamento un’entità potenziale, perfettamente esoterica che di fatto è il progetto di una nuova discarica”.
La nota del gruppo consiliare aggiunge come l’ultimo Ria di Arpat confermi “.. il problematico stato qualitativo delle acque sotterranee, sia in area di versante che di fondovalle, per tutte le circolazioni presenti (profonda, intermedia e superficiale) e che è possibile mettere in relazione all’interferenza fra acque sotterranee e percolato…”, da qui la posizione dei rappresentanti del Centro Sinistra per San Giovanni che affermano “da tempo tendiamo a non credere più ad alcuna parola di quello che viene comunicato dal gestore e diamo pertanto una lettura un po’ diversa. Pur di continuare un business ottocentesco e a interrare rifiuti se ne escono con una modifica del progetto che, a una prima lettura, ha tutte le caratteristiche di una modifica sostanziale. Inoltre, il fatto che lo stesso proponente affermi che il nuovo progetto consente di effettuare l’eventuale bonifica, conferma i timori che noi abbiamo sempre manifestato e che il proponente ha sempre negato”.
Il gruppo consiliare ribadisce dunque che i dati forniti da Arpat non possono essere ignorati e che “la salute del nostro territorio non può più aspettare. Basta con questo accanimento, si proceda a interrompere definitivamente il Paur, si chiuda la discarica e si dia inizio il post mortem della stessa, come richiesto dalle norme nazionali e regionali, le linee di indirizzo europee e gli impegni politici che il nostro territorio richiede da tempo” conclude il Centro Sinistra per San Giovanni.