Dovrebbe entrare in funzione il prossimo 1 luglio il nuovo Centro Medico Avanzato all’interno dell’ospedale Serristori di Figline, un progetto sperimentale destinato a prendere in carico i pazienti con codici minori e a bassa intensità di cura. Riguardo al servizio non nascondono le loro perplessità i rappresentanti dei Cobas, che muovono critiche contro le amministrazioni comunali del Valdarno fiorentino (in particolar modo quella di Figline Incisa), Regione Toscana e il Partito Democratico.
“Procede con affanno da parte della Usl Toscana Centro l’attivazione del ‘fumoso’ Centro Medico Avanzato, il carrozzone inventato dagli Amministratori Regionali del PD per giustificare la chiusura del Pronto Soccorso H24, il progressivo smantellamento dell’Ospedale Serristori e così nascondere la montagna di menzogne utilizzate in questi anni dai Sindaci del Valdarno Fiorentino” dichiarano i Cobas in una nota. “C’è una forte preoccupazione in casa del PD Valdarnese per la tenuta del proprio consenso elettorale e la pessima performance di governo della salute pubblica nel territorio che in questi anni ha caratterizzato in modo vergognoso la Giunta Mugnai, una Sindaca responsabile in prima persona dello sfascio attuale in cui versa l’Ospedale e di aver consentito lo svuotamento del servizio sanitario pubblico a favore degli appetiti privati – case di cura, cliniche private, ambulatori del terzo settore, privatizzazioni ed esternalizzazioni – che della salute fanno speculazione e business”.
Secondo i rappresentanti del sindacati di base di fatto tutti gli impegni presi dal primo cittadino rispetto alla situazione del presidio figlinese “in merito alla vocazone dell’ospedale Serristori come presidio per acuti, sul ripristino del pronto soccorso h24, ecc.” sono stati di fatto disattesi, “è stata persino incapace di realizzare un suo slogan ossessivo e ricorrente che è quello di ‘monitorare la situazione’ e il rispetto degli impegni presi da parte dei suoi colleghi amministratori regionali e della stessa azienda. Un comportamento in linea con le peggiori logiche della destra, fatte da lungo tempo proprie dal PD, che ha ignorato le grosse mobilitazioni sociali, le petizioni, le raccolte firme e le tantissime richieste intervenute negli ultimi anni a sostegno dell’ospedale Serristori”.
Per i Cobas, dunque, il futuro Centro Medico Avanzato “spacciato per tale erroneamente dalla Sindaca Mugnai non è per l’emergenza-urgenza, ma solo ed esclusivamente un copia e incolla di ciò che sta in carico ai Medici di Famiglia o alla Guardia Medica durante i turni notturni e i giorni festivi per l’assistenza clinica di patologie a bassa complessità o codici minori . I lavori per adeguare gli spazi e gli l’allestimenti di arredi e strumentazioni sono stati davvero irrisori e un ulteriore spreco di denaro pubblico, poiché ingegneri, tecnici, elettricisti, geometri non hanno fatto altro che rimodulare i vecchi spazi precedentemente adibiti per il Pronto Soccorso”, ovvero “un semplice bric-à-brac e riutilizzo di strutture e arredi già esistenti”.
“Per l’individuazione dei professionisti medici, infermieristici e OSS nessuna assunzione – aggiungono i Cobas – ma l’attivazione di un costosissimo strumento economico quale le cosiddette ‘produttività aggiuntive’ da effettuarsi dopo lo smonto notte, nel giorno libero o dopo le 6H della normale attività lavorativa, con un grosso rischio clinico e stress lavoro correlato. Ovviamente nessun confronto con le organizzazioni sindacali e neppure con la rsu su materie come tutele, diritti, sicurezza e contrasto alla precarietà e allo sfruttamento”.
“Come Cobas ci domandiamo se questa sarebbe una presa in carico dignitosa dei bisogni di salute e del rispetto dell’art 32 della Costituzione Repubblicana. E questo carrozzone, al posto di un vero Ospedale come avevamo, rappresenterebbe la garanzia per il diritto alla salute in un sistema socio sanitario-pubblico, solidale e universale? E questo della precarietà del personale e del reclutamento a suon di produttività aggiuntiva rappresenterebbero le necessarie risorse economiche, umane e organizzative? Noi crediamo di no!” concludono i rappresentanti del sindacato di base.