Lavori quasi ultimati, ma già in grado di fornire il proprio aiuto in caso di necessità. È questo lo stato di avanzamento della cassa di espansione di Pizziconi. A fare il punto sulla situazione è la Regione Toscana, con il presidente Eugenio Giani e l’assessore Monia Monni che questa mattina insieme ai tecnici del Genio Civile hanno effettuato un sopralluogo del cantiere e all’interno dell’area della cassa di espansione, una delle quattro che costituirà il sistema di laminazione di Figline e Incisa a difesa di Firenze dalle piene dell’Arno.
“Grazie all’intervento che è in corso e che ha già un’efficacia pratica, se dovesse succedere qualcosa abbiamo 3 milioni e 100mila metri cubi di acqua che invece di andare di fuori trovano la loro canalizzazione in un’area di laminazione – ha spiegato durante l’incontro con la stampa il presidente della Regione, Giani – Sono stati costruiti tre punti in cui l’acqua va a sostituirsi al terrapieno dell’autostrada e va a sfogare nella campagna di Pizziconi, nel Comune di Figline e Incisa. È la prima delle aree di laminazione, ma è importantissima: invece di trovare di trovare una barriera prima nell’autostrada e poi nella ferrovia, l’acqua ha la sua valvola di sfogo. Quest’area è importantissima perché è in azione già da quest’anno, poi da fine gennaio, inizio febbraio sarà tutto completato. È un intervento da 13 milioni di euro da parte della Regione Toscana, insieme al Genio Civile e all’assessora Monia Monni che ha sempre seguito questo lavoro e consente di dare una risposta concreta che stamani possiamo far vedere ai nostri cittadini. La ciliegina sulla torta – conclude Giani – è che per la Società Autostrade, ancora non sappiamo quando, nel creare questi inserimenti nel terrapieno dell’autostrada abbiamo già provveduto a inserire l’allargamento con queste assi che possono sostenere la terza corsia”.
Entrando nel dettaglio tecnico dei lavori, “Pizziconi 2 rappresenta l’opera di presa della cassa d’espansione già realizzata Pizziconi 1 – illustra l’ingegnere Gennaro Costabile, direttore del Genio Civile – I lavori sono strutturalmente completati, manca l’immissione dall’Arno verso la cassa che verrà realizzata tutta in massi come quelli utilizzati a difesa della sponda dell’Arno. Dopodiché si completa con la messa in funzione delle tre paratoie che regolano l’accesso dell’acqua dell’Arno nella cassa d’espansione”. Pizziconi 1 e 2 rappresentano quindi complessivamente la cassa di Pizziconi, a cui si aggiungono altre tre casse che costituiscono il sistema di laminazione sul territorio di Figline e Incisa. “Le altre sono Pizziconi 3, un ulteriore lotto di completamento di questa cassa attualmente in procedura di gara – prosegue l’ingegner Costabile – Restone, che è una cassa con i lavori in corso, Prulli che vede i lavori già appaltati ma non ancora iniziati e poi l’ultima la cassa di Leccio che è una cassa in progettazione. In totale le quattro casse d’espansione possono invasare 25 milioni di metri cubi d’acqua, che insieme al sovralzo della diga di Levane, circa 10 milioni, e al volume disponibile su Bilancino, circa 25 milioni, sono in tutto 50-60 milioni di metri cubi d’acqua laminati a monte di Firenze per arginare la piena”.
Sostanzialmente su Pizziconi si stanno completando i lavori di un enorme ‘rubinetto’, come lo ha definito in maniera esemplificativa l’assessora regionale Monia Monni, che consentirà di regolare l’afflusso in caso di necessità dell’acqua dell’Arno facendola così entrare all’interno dell’area della cassa d’espansione. “Parliamo di un’opera di ingegneria davvero colossale – aggiunge l’assessora regionale Monia Monni – Stiamo realizzando sostanzialmente il ‘rubinetto’ della cassa d’espansione di Pizziconi che è già collaudata e in funzione ma con quest’opera costituita da sei monoliti in cemento armato potremo regolare l’ingresso dell’acqua di oltre 3 milioni di metri cubi d’acqua. Si tratta di un’opera fondamentale per il territorio ma anche per gli Uffizi, che va letta poi nel contesto delle quattro casse d’espansione di Figline, del lago di Bilancino e insieme agli argini provvisori che faremo nel Comune di Firenze. Un sistema di opere complesso ma che darà un contributo fondamentale alla protezione del territorio”.
“Come diciamo sempre, ma con più forza dal 2 di novembre, le opere sono fondamentale ma non bastano più a proteggere la popolazione. Gli effetti dei cambiamenti climatici determinano una condizione meteorologica estrema ma che non è più rara: dentro alle opere devono stare quindi piani urbanistici, il sistema fognario, di lavori e di gestione del rischio che ci consenta di essere più sicuri”. Riguardo la tempestività di intervento per la realizzazione delle opere proprio di fronte ai cambiamenti climatici in atto, l’assessora ha commentato come “in questo paese sono troppo lunghi i tempi di autorizzazione delle opere. Il sopralzo della diga di Levane è ancora fermo al Mase per la sua autorizzazione pur essendo un’opera strategica per la nostra Regione. Lo diciamo da sempre, dobbiamo mettere mano al sistema normativo per la realizzazione delle opere idrauliche, soprattutto nei territori più a rischio e bisogna farlo perché non è possibile che in questo Paese per realizzare un’opera di difesa di un territorio si debba sottostare alla stessa burocrazia per fare una lottizzazione. Questo significa che dal momento che ci sono le risorse, noi in via ordinaria dobbiamo fare i progetti, raccogliere decine di pareri, fare una gara, sperare che vada in porto senza ricorsi quindi le ruspe dal momento in cui abbiamo iniziato l’iter le mettiamo dopo un anno e mezzo, due. Non ce lo possiamo più permettere”.
Un’opera a difesa di Firenze, ma anche del territorio di Figline e Incisa come ha commentato il sindaco Valerio Pianigiani, presente al sopralluogo assieme all’assessore ai lavori pubblici Dario Picchioni, che ha sottolineato come il prolungarsi dei lavori abbia un peso su tutta l’area comunale. “Un’opera fondamentale non solo per Firenze, ma anche per la nostra area – ha dichiarato il primo cittadino – Il nostro territorio è vincolato alle casse d’esondazione e lamentiamo questa lungaggine che colpisce in negativo anche la nostra zona e la cosa ci limita. Gli imprenditori e le aziende non scelgono il nostro territorio perché c’è appunto questo vincolo: siamo contenti dunque che con stamani si riesca a vedere la fine di queste opere, che sono importanti per la sicurezza che garantiscono ai nostri territori. Quindi ben vengano e ci auguriamo che vengano concluse il più velocemente possibile per liberare il nostro territorio da troppo vincoli”.