Chiarezza, elasticità e proroghe. Sono alcuni dei punti toccati dalla rappresentanza delle Partite Iva della Toscana durante l’incontro svoltosi questa mattina in Piazza Varchi a Montevarchi, all’attenzione del primo cittadino Silvia Chiassai Martini. I lavoratori hanno ribadito a gran voce la necessità di indicazioni chiare per il mondo delle piccole imprese, artigiani, liberi professionisti e ristoratori, oltre naturalmente di provvedimenti concreti per consentire la ripartenza delle attività che hanno subito ingenti danni causati dai mesi di lockdown, con costi e spese a cui dover far fronte.
“Norme poco chiare, siamo ancora in attesa degli aiuti promessi, è vergognoso – ha spiegato nel corso del confronto Mariano Scornamiglio, uno dei rappresentanti per la provincia di Arezzo dei Ristoratori Toscani – Abbiamo chiesto in più sedi, anche al ministro Patuanelli, varie agevolazioni dettate dal buon senso per consentire alle nostre attività di resistere, di poterci mantenere. Al ristorante si va per fare convivio, ovviamente il virus ha tolto questo aspetto, ma noi vogliamo resistere. Non chiediamo sussistenza, vogliamo essere aiutati. Oggi il sindaco Chiassai Martini ci ha accolti, non siamo solo noi a chiudere, ma ci sono anche tutti i lavoratori dell’indotto da considerare che rischiano di finire in mezzo ad una strada”.
Richieste che il sindaco Chiassai Martini ha accolto, rivolgendo un appello ai livelli più alti delle istituzioni per cercare di arrivare al più presto a delle soluzioni. “Le partite iva hanno bisogno e hanno diritto a delle risposte, perché noi come comunità non possiamo pensare di vivere senza i nostri bar, i nostri ristoranti e i piccoli esercizi di vicinato che sono l’anima dei nostri paesi, insostituibili da e-commerce e centri commerciali – ha dichiarato il primo cittadino – Certezze, non rassicurazioni. Sappiamo bene come le partite iva non abbiano mai richiesto assistenzialismo, siamo però in un periodo storico straordinario quindi tutte le istituzioni ai vari livelli devono avere il coraggio di prendere iniziative mai prese prima, decisioni forti; oggi è scoppiato un vulnus legato a tutta la pesantezza della burocrazia, dei costi, delle tasse. Se non aiutiamo tutti loro a ripartire rischiamo che il danno economico del coronavirus sia molto peggiore rispetto a quello sanitario e se cadiamo adesso non ci rialziamo più. So che è difficile, ma è l’unico modo affinché il nostro Paese riparta”.