Valutare la chiusura o la riduzione delle attività non strettamente indispensabili alle filiere di prima necessità. È questa la proposta lanciata dai sindaci dei comuni del Valdarno aretino per contrastare ancor di più il rischio contagio del Covid-19 sul territorio. “Oltre quanto previsto dal DPCM dell’11 marzo, invitiamo le attività del territorio non strettamente indispensabili alle filiere di beni di prima necessità a valutare, insieme ad associazioni di categoria e rappresentanze sindacali, la chiusura o la riduzione delle attività fino al prossimo 25 marzo per tutelare se stessi ed i dipendenti dal rischio di contagio” spiegano in una nota comune i primi cittadini.
Un appello, alla luce della difficile situazione generale e di tutte le precauzioni adottate fin ora per evitare l’aumento del contagio del Coronavirus, che vede uniti i sindaci di Bucine, Cavriglia, Loro Ciuffenna, Montevarchi, Laterina-Pergine, San Giovanni e Terranuova, i quali chiedono inoltre a chi resta aperto di garantire idonee misure di protezione ai propri lavoratori e favorire laddove possibile lo smart working. “Stiamo attraversando purtroppo una situazione storica straordinaria, totalmente emergenziale – proseguono i sindaci – e dobbiamo porre in essere misure eccezionali per tutelare tutti, ivi inclusi commercianti, artigiani, imprenditori, lavoratori”.
“Sappiamo benissimo che tutto questo comporta un immenso sacrificio, ma non abbiamo altre armi al momento per combattere questo virus se non evitare il più possibile contatti e assembramenti. Il nostro vuol essere un invito costruttivo a commercianti, artigiani e imprenditori a riflettere se è possibile aggiungere ancora altre misure di salvaguardia verso la diffusione del virus” conclude il comunicato.