“Sarà contenta se noi stiamo qui col sorriso, sapendo che il dare è sempre più del ricevere”. È con queste parole che Paola Mazzetti ha salutato la compianta gemella Lorenza sepolta questo pomeriggio al Cimitero della Badiuzza a Rignano, vicino a dove sorge la stele commemorativa di quella strage (famiglia Einstein, agosto del 1944) a cui proprio loro due, giovanissime, sopravvissero. Una cerimonia sentita e commovente, a cui hanno preso parte circa un centinaio di persone tra cui, oltre ai familiari, il Sindaco, il Presidente del Consiglio Comunale, i consiglieri, le associazioni locali e i rappresentanti della Chiesa Valdese, della Comunità Ebraica e della Parrocchia di Rignano.
“Tante emozioni e commozione oggi per l’ultimo saluto a Lorenza Mazzetti. Voglio innanzitutto ringraziare i tanti cittadini e i tanti amici che hanno deciso di essere presenti al Cimitero della Badiuzza per una cerimonia davvero partecipata – ha dichiarato il Sindaco Daniele Lorenzini – Dal canto mio ho avuto l’onore di avere al mio fianco la sorella Paola, testimone anch’essa di una vita che è continuata dopo un’immane tragedia dovuta a uno dei più vigliacchi atti dei nazisti in ritirata. Il ricordo di quella strage è ancora una ferita aperta per il nostro territorio. Lorenza Mazzetti, infatti, non è stata solamente una stimata artista, non solo una ottima scrittrice, ma soprattutto una testimone diretta e autorevole della storia drammatica del Novecento, che ha conosciuto nella tragedia della sua famiglia la persecuzione nazifascista contro gli ebrei”.
“Le tracce di questa sua testimonianza vivono ancora grazie alle sue opere – ha aggiunto il primo cittadino – I ricordi di quei momenti tragici sono sempre stati presenti nella sua lunga e prestigiosa attività e ne hanno fatto una voce tra le più autorevoli del panorama culturale italiano ed europeo. Il suo impegno nel trasmettere la storia vissuta e nel condividere la sua accorata partecipazione alla vita della nostra Comunità è un dono che sono certo non andrà mai disperso. Un patrimonio che ora tocca a noi alimentare perché possa trasmettersi anche alle future generazioni.”