“Non abito più qui, ma mi sento figlinese al cento per cento”. È questa la grande dichiarazione d’affetto per la sua città rilasciata da Maurizio Sarri nel corso del suo intervento in occassione della presentazione del volume “100 anni di calcio a Figline”. A rendere omaggio all’allenatore della Juventus il pubblico delle grandi occasioni: teatro gremito per la presenza del tecnico bianconero, ma anche per vedere alcuni dei grandi personaggi del calcio figlinese.
Dai protagonisti più recenti come Enrico Chiesa, l’allenatore della Spal Leonardo Semplici, l’ex presidente Bernardo Farruggio ed Emiliano Frediani, fino ad alcuni nomi storici come Vittorio Casucci, ex dirigente nonché uno dei principali promotori del volume insieme a Mauro Lapi, calciatore ed ex assessore allo sport del Comune di Figline Valdarno, Brunero Poggesi (ex giocatore, allenatore e direttore sportivo della società gialloblù), passando per l’allenatore della Feralpi Salò Stefano Sottili, il direttore sportivo del Palermo, Renzo Castagnini, e gli ex calciatori Cesare Pancini e Franco Ermini.
Dopo gli onori di casa del sindaco Giulia Mugnai e i vari aneddoti raccontati dai numerosi ospiti, a chiudere il pomeriggio è stato proprio l’intervento di Maurizio Sarri, una chiacchierata moderata dai conduttori dell’evento, i giornalisti Marino Bartoletti e Leonardo De Nicola. Molti gli spunti affrontati dall’allenatore, che nonostante la lunga esperienza sui campi di tutto il mondo, sente ancora forti le sensazioni provate in partite come il derby del Valdarno. “L’emozione che ho provato a giocare Sangiovannese-Montevarchi l’ho riprovata poche volte, anche di fronte a partite internazionali – ha spiegato il tecnico – L’emozione è dentro di noi, non dipende dalla mediaticità di un evento. Spero di essere rimasto sempre lo stesso, ma penso di si perché in campo mi sento ancora così”.
Non sono mancati ricordi sul Figline, dove ha giocato da giovane, e su quel calcio ormai d’altri tempi: “I nostri eroi erano loro (rivolgendosi ad alcune vecchie glorie sul palco, ndr). Ho avuto una doppia fortuna, quella di arrivare in prima squadra a Figline e di giocarci insieme agli amici d’infanzia, una cosa che penso sia di una bellezza unica”.
Affetto per la squadra di calcio, ma anche per la propria città, tanto da annunciare la creazione di una futura associazione che lo vedrà coinvolto. “Tre gli obiettivi che riteniamo importanti, il primo di dare una mano a tutte le associazioni sportive e aggregative, il secondo di creare una serie di eventi per rivedere i figlinesi in piazza e il terzo, più difficile, ma ci piacerebbe rilanciare l’Oratorio dei Salesiani”.
Infine un immancabile riferimento ad un’altra grande sua passione, il ciclismo, trasmessagli dal padre Amerigo insieme a quella per lo sport in generale: “Sono strano, faccio l’allenatore di calcio, ma se in televisione c’è una partita o il Tour de France io guardo la tappa!” ha dichiarato sorridendo dal palco Sarri, che ha ricordato poi un altro divertente aneddoto sulla panchina della Sangiovannese prima di esser premiato da un altro figlinese d’eccezione, il vicepresidente del CSM, David Ermini. “Aglianese-Sangiovannese, allenatori eravamo Allegri e io, la partita finisce 0 a 0, tiri in porta nessuno. Al termine della gara un mio amico mi disse: ‘Se siete due allenatori voi…'”. Applausi.