Quello del Valdarno è un territorio speciale. Colline e valli importanti non solo per la loro bellezza, ma anche per il particolare rapporto che i suoi abitanti hanno con quest’area; un qualcosa di più di un semplice paesaggio da cartolina. Un tema di cui si è discusso nella giornata di ieri al Circolo Fanin di Figline, che ha ospitato un interessante convegno intitolato “Il paesaggio come struttura identitaria”, evento patrocinato dalla Regione Toscana, l’Università degli Studi di Firenze e il Comune di Figline e Incisa Valdarno.
“Lo scopo del convegno è individuare mediante una serie di apporti specialistici un nuovo modo di interpretare il territorio e il paesaggio, fuori da schemi estettizzanti o utilitaristici, prendendo coscienza che il territorio è un bene collettivo non rinnovabile, risorsa economica e valore di identità sociale – ha spiegato l’architetto Giovanni Manuelli, presidente del Circolo Fanin e coordinatore del convegno – Noi valdarnesi siamo tutti diversi, amiamo i nostri campanili, ma ci riconosciamo dentro il nostro paesaggio. Il tema del convegno è molto complesso perché questa ricchezza, il nostro paesaggio appunto, la stiamo perdendo”.
Un evento dallo straordinario parterre di relatori, che ha visto la collaborazione di docenti e professionisti delle facoltà di architettura, ingegneria e agraria dell’Università di Firenze (architetti paesaggisti, professori della Scuola di Architettura del Paesaggio, esperti di ingegneria naturalistica), esperti del Cnr ed esperti locali, con il contributo anche degli studenti dell’Istituto G. Vasari di Figline e Incisa per l’accoglienza.
“Il convegno è indirizzato agli ordini professionali, quindi colleghi architetti, ingegneri, agronomi, geometri, ma anche ai politici – conclude Manuelli – A quei politici che avranno la sensibilità di accogliere queste tematiche: il paesaggio è a rischio e lo è anche la nostra economia perché il nostro paesaggio è un bene, una ricchezza, che non ci rendiamo conto di avere”.