Lettera aperta di Mario Bonaccini a Eugenio Giani. Il presidente del Calcit Valdarno Fiorentino ha scritto al presidente della Regione Toscana riguardo la recente apertura del Centro Medico Avanzato all’ospedale Serristori di Figline. Con la sua lettera, però, Bonaccini non si sofferma sui servizi della nuova struttura (“anche se pubblicamente ho già espresso le mie perplessità visto che si tratta di una nuova realtà di cui prendiamo atto, in attesa che il trascorrere del tempo ci offra l’esatta misura della reale efficacia di questa sperimentazione” scrive il presidente della onlus), ma evidenzia dubbi e il suo pensiero sulla questione del pronto soccorso del Serristori, chiedendo una revisione dei parametri per il bacino di utenza e chiarimenti riguardo i tempi di accesso.
“Lei (Giani, ndr) nel suo intervento celebrativo del CMA, ha testualmente detto che il Pronto Soccorso a Figline non ci potrà più essere perché il territorio non ha i parametri previsti dalla legge (la legge, mi permetta, è fatta dagli uomini, per cui si può sempre cambiarla, se si vuole). Parametri riferiti a due fattori: la popolazione ed il tempo di accesso al presidio sanitario” scrive Bonaccini. “Quando si parla di bacino di utenza di un ospedale, è troppo riduttivo fare riferimento alla sola popolazione residente in alcuni comuni, tralasciando di considerare i territori afferenti ad altri”.
“Comuni limitrofi che hanno sempre fatto riferimento al Serristori, almeno finché questo non è stato declassato a semplice stabilimento, non solo, ma occorrerebbe valutare, come viene fatto in altre regioni (vedi il Veneto), gli apporti di presenze che derivano da località di aggregazione internazionale, come ad esempio Vallombrosa e Loppiano, le presenze che derivano dai campeggi a livello europeo, un’infinità di agriturismi, B&B e altre strutture ricettive, compresi i casolari dei monti del Chianti e del Pratomagno, residenza stabile di moltissimi stranieri, e senza contare le seconde case sparse in ogni dove abitualmente frequentate. Un enorme transito turistico che pone il Valdarno secondo solo dopo Firenze. Tantochè, dati ISTAT alla mano, si calcolano in oltre 800mila le presenze in zona per la maggior parte dell’anno”.
“Che dire poi delle presenze attratte dal tessuto produttivo, attivissimo nel territorio in tutti i settori – aggiunge Bonaccini – dall’industria all’agricoltura, dal commercio alla moda. Perché si ignora il quotidiano andirivieni di migliaia di pendolari, o il fatto che nell’ outlet del Valdarno vi sono accessi che doppiano quelli annualmente registrate a Firenze per visitare il David? Come non ricordare poi anche tutte quelle associazioni di volontariato attive sul territorio, le associazioni sportive di ogni tipo e disciplina che sarebbe lungo ricordare che esprimono un numero altissimo di praticanti. Senza considerare le oltre 4000 persone che hanno aderito alla raccolta firme proprio per la riapertura del Pronto Soccorso al Serristori. Perché, mi domando, non si vuole garantire a tutti questi un pronto soccorso in caso di emergenza – urgenza?”.
“Il CMA, per Sua stessa ammissione e per quanto ribadito dai dirigenti ASL, non potrà garantire il soccorso in tal senso, ma servirà solo per quelle patologie che la stessa Azienda sanitaria ha messo ben in evidenza, riconducibili a tempi differibili e solo quelle di bassa gravità che, condivido, di solito vanno ad intasare i Pronto Soccorso. Certamente lei sosterrà che nei Pronto Soccorso attualmente in funzione tutto viene garantito, ma io le chiedo: con quali tempi di accesso? Non certo con il rispetto di quelli previsti, visto che lei fa spesso riferimento alle normative vigenti. Basti pensare a cosa accadrebbe qualora l’evento di emergenza dovesse insorgere nelle località più lontane dove il pur eccellente servizio del “Pegaso” non può intervenire? E peggio ancora cosa accadrebbe nei frequenti casi di nebbia o di nubi basse sui nostri monti?
“A proposito dell’elisoccorso mi consenta di ricordarle che un assessore alla sanità della Toscana, tempo fa ebbe a sostenere che il “Serristori” non poteva avere un Pronto soccorso, anche perché mancante della piazzola di atterraggio a causa della ingombrante presenza della linea ENEL del 132 kV che sovrastava l’ospedale. Ebbene: ora quella linea è stata completamente interrata. Allora perché non si procede alla costruzione di una piazzola, visto che non ci sono più scuse? Se poi ci limitiamo a considerare il trasporto per via ordinaria in caso di urgenza, sarà bene non commentare, solo per carità di patria, considerata la viabilità perennemente intasata e non solo nelle ore di punta, le chiusure per i ponti sotto esame e quelle per i lavori di costruzione della terza corsia autostradale. Ad oggi gli abitanti del Valdarno fiorentino (sempre che ci limitiamo a considerare soltanto loro come bacino di utenza) hanno come riferimento di Pronto soccorso quello dell’ospedale OSMA di Ponte a Niccheri e non quello più vicino dell’ospedale Santa Maria alla Gruccia (anche questo perennemente intasato!) che appartiene ad un’altra ASL per cui non è accessibile in caso di soccorso da parte del 118. L’ipotesi che qualcuno paventa, ovvero di autorizzare il 118 ad utilizzare anche il pronto soccorso della Gruccia, non mi convince e Le spiego perché”.
“Il Valdarno è stretto e lungo, con un fondovalle costruttivamente assimilabile ad una città diffusa, circondato dai monti del Chianti e del Pratomagno, con tutta una serie di comuni, frazioni, borghi e case sparse che hanno una propria viabilità maggiormente rivolta verso il fondovalle. Per queste caratteristiche territoriali un solo punto di Pronto soccorso è comunque insufficiente. Ne occorrono almeno due, baricentrici, come era prima della pandemia: il Serristori e Santa Maria alla Gruccia. Quindi sul tema del Pronto Soccorso del Serristori la pregherei di non trincerarsi dietro il fatto che non ci sono le risorse economiche e che manca il personale (questi problemi per il potenziamento in atto di altri punti di pronto soccorso mi sembra che non siano un ostacolo!) e se anche fosse così Le dico che qualora la Regione riaprisse a Figline un vero Pronto Soccorso troverebbe nel Calcit Valdarno Fiorentino un concreto punto di appoggio, come è stato negli ultimi vent’anni per l’attività del Serristori, con particolare riferimento al funzionamento del DH onco-ematologico”.
“Convinto che in una società giusta e sociale, i gestori della sanità pubblica, per intervenire nei casi di emergenza-urgenza non debbano tener conto esclusivamente del rapporto costi/benefici, auspico una sua riflessione sul problema sopra esposto e un suo intervento in modo da rivedere le decisioni prese.Infine vorrei esprimere l’apprezzamento per una sua frase ricorrente: ‘durante il mio mandato nessuno ospedale sarà chiuso’. Riporti quindi il Serristori alle funzioni di Ospedale di base – conclude Bonaccini – E si ricordi che anche e soprattutto per gli ospedali valgono le leggi espresse dall’economista Ernst Friedrich Schumacher: piccolo è bello, più umano, più gestibile e, soprattutto, costa meno”.