“Siamo stanchi e stufi di vedere attribuite responsabilità a processi e scelte che gli stessi azionisti hanno compiuto”. Il pensiero espresso è quello delle sigle sindacali aretine di Fiom, Fim Cisl e Uilm che in una nota unitaria, sottoscritta dai segretari provinciali Antonio Fascetto, Ilaria Paoletti e Samuele Nacci, replicano alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dalla proprietà della Fimer.
“Le OOSS invitano tutti gli interessati a rileggersi le nostre dichiarazioni partendo dal giorno dove abbiamo appreso l’interessamento di Fimer SpA all’acquisizione del ramo solare di ABB – si legge nel comunicato – Giudicammo allora (luglio 2019) che questa realtà industriale non dava sufficienti garanzie economiche finanziarie e non avesse le competenze necessarie per sostenere l’acquisizione del Gruppo ex Power One Spa e cogliere le opportunità di business. Siamo stanchi e stufi di vedere attribuite responsabilità a processi e scelte che gli stessi azionisti hanno compiuto nominando innumerevoli CdA in rapida successione tra loro e sostenendo che questi operavano fuori dal loro controllo, ovvero senza il consenso della proprietà”.
Nell’ordine i sindacati confutano le prese di posizione degli azionisti, a partire da quelle verso gli ex membri del consiglio di amministrazione. “Quelli che loro accusano ora, ieri hanno risolto alla Società Fimer SpA problemi di procedura 2409 presso Tribunale di Milano, hanno redatto piano concordatario in continuità diretta che ha permesso la sopravvivenza della Società da giugno 2022 a marzo 2023, hanno sottoscritto unica offerta vincolante percorribile come stabilito dal Giudice in udienza del 03 Maggio 2023 al Tribunale di Arezzo”. Al contrario, rilevano i rappresentanti di Fiom, Fim e Uilm, “abbiamo constatato negli anni successivi quanto la famiglia non sia stata coerente sull’impegno preso per l’interesse dell’azienda, ostacolando in tutti i modi, anche rimuovendo, coloro che abbiano provato a tracciare le condizioni per l’uscita dalla crisi e continuando con atteggiamenti e scelte che hanno aggravato la situazione anche verso fornitori e clienti. Hanno portato e mantenuto contatti diretti con investitori che successivamente sono stati giudicati inadeguati, soprattutto il secondo dopo che i possibili investitori hanno avanzato richiesta di intervenire sull’asset aziendale. Ad ogni passaggio istituzionale hanno proposto immediate e imminenti soluzioni che non si sono mai realizzate. Parlano di problemi esistenti ante acquisizione ABB e di omissioni del cedente! Si dimenticano però, che ogni qual volta le OOSS hanno posto la questione in sede Istituzionale (anche MISE), sul contratto intervenuto, sulle modalità del passaggio, chiedendo chiarimenti in merito, non sono stati mai discussi né approfonditi”.
“Vogliamo attenzionare tutti che l’acquisizione è passata da regolare Due Diligence (che ha impegnato cedente e cessionario per oltre 6 mesi) dove sono state approfondite tutte le caratteristiche societarie prima di arrivare all’acquisizione, e che successivamente al concretizzarsi dell’atto, il 28 Febbraio 2020, sono stati destituiti AD e tutti coloro che hanno curato l’operazione in favore della nomina dell’Amministratore Delegato che oggi ritengono essere la principale causa del problema. Tutto questo per volere della Proprietà. Che non sfugga alla stessa proprietà quando si evoca la crisi covid che, operando in settore strategico (filiera energetica) l’operatività dell’azienda non si è mai fermata nemmeno durante il lockdown e che le problematiche riconducibili ad approvvigionamenti, logistica, gestione mercato etc sono stati vissuti anche dai competitors che a differenza di FIMER SpA non sono andati in concordato anzi hanno visto aumentare fatturati e profitti visto il mercato continuamente in crescita nonostante le cause esogene”.
“La Proprietà illustra problemi di ridondanza ma continuano a interrompere contratti di collaborazione, licenziamenti, assumendo nuovi professionisti e collaboratori in sostituzione di quelli rimossi, aumentando così le spese. Parlano di sbilanciamento costi dello stabilimento di Terranuova Bracciolini senza però illustrare risultati di fatturato complessivo del Gruppo e di quanto incide lo stabilimento del Valdarno sul totale del fatturato. Parlano di qualità omettendo pendenze con clienti sui loro prodotti antecedenti al 2020. Insomma, parlano, parlano e parlano – ribadiscono i sindacati – mentre lavoratori famiglie comunità Istituzioni ascoltano e non credono più ad alcuna parola. Parole di chi non si fa più vedere da 1 anno”.
A tal proposito Fiom, Fim e Uilm lanciano un’ultima stoccata nei confronti della proprietà Fimer, rivolgendo invece dei ringraziamenti pubblici a tutti coloro che hanno supportato la vertenza fino a questi giorni. “La nostra umiltà, quella dei lavoratori coinvolti, ci impone di incrociare le braccia, la vostra responsabilità dovrebbe imporvi semplicemente di chiedere scusa a tutti, salutandoci. Detto questo vogliamo ringraziare i lavoratori che in questa drammatica situazione non si scoraggiano e continuano a lottare per conquistarsi la loro prospettiva il loro futuro per se e per le loro famiglie nell’interesse di una comunità intera. Vogliamo ringraziare il sindaco di Terranuova e la Conferenza dei Sindaci del Valdarno sempre vicini alla vertenza, Don Enrico Gilardoni, il Vescovo Andrea Migliavacca, la Regione Toscana, il MIMIT e tutte le Istituzioni, i cittadini, le Associazioni che ci hanno sostenuto e sopportato fino ad oggi. Ringraziamo – concludono – coloro che in questi giorni oltre ad esprimere solidarietà con piccoli o grandi gesti, ognuno con quello e con quanto ha potuto (soprattutto tanti cittadini), hanno contribuito sostenendo il presidio. Provando a ricordarli oggi: Comitato di San Leolino, Franco Rigli, Casa del Caffè, Ass.Sportiva Terranuova Traiana, Misericordia Terranuova, Beta Bar, Associazione Camperisti, Azienda Agricola Bonaccini Ci scusiamo se nella fretta abbiamo dimenticato qualcuno sarà nostra cura ricordarlo nei prossimi comunicati”.