Saltato l’accreditamento dell’ultima mensilità degli stipendi. Si tratta dell’ennesimo colpo di scena della vertenza Fimer. Una notizia che ha raggiunto questa mattina i circa 150 lavoratori, riuniti in presidio da ieri sulle scalinate davanti al Tribunale di Arezzo. Nelle ultime 24 ore sono state molte le novità riguardo alla vicenda che tiene in sospeso il futuro di 280 dipendenti e dell’intero stabilimento di Terranuova Bracciolini.
Nella giornata di ieri il giudice fallimentare ha emesso un decreto con la quale ha convocato la società per il 3 maggio, data in cui verrà definita la revoca del concordato preventivo, procedura nella quale la fabbrica era stata ammessa lo scorso settembre. Una decisione legata alla nomina di un consiglio di amministrazione non ancora ufficializzato, la liquidità a disposizione dell’azienda – circa 3 milioni e mezzo di euro che consentirebbero di coprire solamente due settimane di produzione, con il conto corrente della società in concordato che sarà accessibile solamente al nuovo CdA quanto sarà formalmente regolarizzato sul registro delle imprese – e il rischio che l’unico soggetto ritenuto in grado di rilevare la fabbrica si ritiri dalla trattativa.
Il nome è quello del fondo Greybull McLaren, che secondo il tribunale avrebbe dimostrato finora di avere le risorse utili per finanziare la salvaguardia dello stabilimento, la continuità di lavoro e l’occupazione dei dipendenti. L’altro soggetto di cui era stata indicata un’offerta era il gruppo Clementy, che stamattina ha annunciato di aver formalmente risolto la proposta vincolante di investimento di 95 milioni di euro, stipulata lo scorso 30 marzo, “a causa di inadempienze dei soci Fimer”.
Dunque la data decisiva per le sorti del sito terranuovese, individuata nella giornata odierna, slitta al 3 maggio. Due le prospettive: da una parte l’accettazione, a questo punto, dell’unica offerta sul tavolo oppure il rischio di incorrere nel fallimento. Quest’ultimo ovviamente è lo scenario che vogliono evitare il sindaco di Terranuova Sergio Chienni, presente stamattina ad Arezzo, e le sigle sindacali che hanno già annunciato il mantenimento su turni del presidio permanente davanti alla fabbrica e di nuovo la presenza al Tribunale di Arezzo per mercoledì 3 maggio.
“Siamo ben felici, e non avevamo dubbi al riguardo, dell’attenzione del tribunale e dei commissari sulla procedura – il commento del segretario generale Cgil Arezzo, Alessandro Tracchi – Il decreto parla chiaro: abbiamo avuto chiarezza su quello che non riuscivamo a sapere nei giorni scorsi: su quali sono i fondi interessati, di fatto uno solo, che ha fatto il deposito cauzionale e che l’azienda si sarebbe comunque fermata indipendentemente da quanto comunicatoci dall’ultimo consiglio di amministrazione che, come riportato dal decreto del giudice, non sarebbe autorizzato a svolgere il ruolo che ha”.
“Tutto questo mette in luce le responsabilità sulla vicenda e le possibili conseguenze – prosegue Tracchi – Tecnicamente revocando il concordato il 3 maggio, qualora non ci fossero le scelte da farsi sull’unico investitore che ha dato le necessarie garanzie, lo stabilimento potrebbe trovarsi in una situazione di fallimento. Ora abbiamo una rappresentazione reale dell’intera situazione, nella sua drammaticità. Questa vicenda ci ha insegnato che la realtà supera di gran lunga la fantasia: abbiamo lanciato un grido di allarme e per questo nei prossimi quattro giorni, visto che è fermo il contratto di solidarietà, presidieremo lo stabilimento per impedire a chiunque, tranne a chi legittimamente autorizzato, ad entrare nello stabilimento per evitare il rischio che il nostro know-how venga portato via. Il nostro obiettivo è quello di tutelare il lavoro, questo passa dall’insediamento di un investitore, che il tribunale ci dice sia uno solo, quindi vogliamo che si scelga questo investitore”.
“Il decreto non fa che confermare quanto sindacati e lavoratori vanno dicendo da mesi – le parole del sindaco di Terranuova, Sergio Chienni – La proprietà si è contraddistinta per comportamenti contraddittori, non ultimo la revoca del CdA in un momento delicatissimo per la vicenda. Oggi ci troviamo di fronte a un bivio, da un lato il fallimento dall’altro una possibilità concreta. C’è un’offerta vincolante di acquisto che pare essere dotata delle adeguate garanzie finanziarie per garantire la continuità aziendale. Il tempo è veramente preziosissimo, chi deve agire lo faccia affinché venga percorsa la strada indicata e venga salvaguardato il lavoro di 280 persone più quelle dell’indotto, a cui si aggiungono i legittimi interessi dei creditori”.
“Il non pagamento degli stipendi era una conseguenza che non ci era stata comunicata ed è arrivata poco fa con una nota ufficiale – spiega Ilaria Paoletti, Fim Cisl – Nonostante ci sia liquidità di cassa per poter adempiere a questa formalità in realtà non si può fare perché a fronte della revoca del precedente CdA e la nomina del nuovo – di cui ancora non abbiamo ufficialità – che non ha depositato il potere di firma, gli istituti bancari non hanno dato disponibilità all’accreditamento degli stipendi. È l’epilogo di una situazione che doveva avere uno sviluppo logico, nel momento in cui chi ne aveva legittimità poteva accettare il 31 marzo l’offerta depositata in tribunale, e che invece ha avuto uno sviluppo completamente diverso. Questo cambio porta tutti i lavoratori ad essere collocati in solidarietà perché manca l’approvvigionamento dei materiali e la liquidità per far funzionare la produzione. Noi presidieremo lo stabilimento fino al 2 maggio e poi ci sposteremo al tribunale di Arezzo il 3 in attesa che venga fatta l’adunanza dei creditori”.
“I nostri timori sono quelli che oggi si sono verificati, ovvero che la proprietà avesse solo interesse personali e non dei lavoratori, non ultimo la decadenza nei giorni scorsi del CdA nonostante ci fosse già stata la scelta su Greybull McLaren – Samuele Nacci, Uilm Firenze Arezzo – Il decreto del tribunale di ieri è uno spartitraffico importante che fa emergere la verità, ovvero la presenza di un’offerta che riteniamo sia l’unica disponibile. Vogliamo venga assolutamente accettata in tempi brevi per la continuità dello stabilimento e sarà importante che vengano garantiti i posti di lavoro dello stabilimento di Terranuova Bracciolini. Oggi è un punto di partenza importante, ma la vicenda andrà seguita attentamente anche dopo che verrà accettata, ci auguriamo, l’offerta di McLaren”.