“La storia di Podere Rota non vede mai fine, anzi si vedono aprire sempre nuove strade, che girando intorno agli ostacoli, portano sempre nell’unica direzione: quella di continuare a sfruttare questo territorio e a fare business”. A dirlo è il Comitato Vittime di Podere Rota, che con una nota torna a intervenire sulla vicenda dell’ampliamento della discarica.
“È di questi giorni la notizia che la Regione ha aperto un nuovo procedimento autorizzativo per la realizzazione a Podere Rota di un nuovo impianto di trattamento di rifiuti liquidi cioè di percolato – prosegue il comitato – Nel frattempo si è appena conclusa la conferenza dei servizi a Terranuova Bracciolini che dà ampio tempo al gestore CSAI di effettuare le indagini di caratterizzazione del sito che lo stesso gestore, apprendiamo, porta avanti senza nemmeno mettere in condizioni il dipartimento di Arpat Arezzo di presenziare e validare le operazioni delle attività prospettate”.
“Dall’altro canto, la Regione Toscana tramite l’organo tecnico, nonostante gli ultimatum sulle varie proroghe concesse a CSAI; tutte le indagini in corso (anche da parte della magistratura); le evidenze di contaminazioni, la chiara e determinata posizione di Arpat contraria all’ampliamento, avvia ugualmente la Conferenza dei servizi sul progetto di ampliamento della Discarica di Podere Rota e convoca per il 23 febbraio 23 la prima riunione invitando ad esprimere un parere tecnico motivato , una estesa platea di organi istituzionali, tra i quali emerge con nostra meraviglia la città metropolitana di Firenze”.
Secondo il Comitato dunque, “non sono bastate tutte le osservazioni tecniche, le prese di posizione degli amministratori locali, dei tanti cittadini, comitati, associazioni, forze politiche, una interminabile inchiesta pubblica dove si sono espressi in tantissimi contro la richiesta di ampliamento. No! La Regione chiama la Provincia e tutti i comuni a esprimere un parere tramite le proprie strutture tecniche e stabilisce badate bene, che qualora un ente non partecipi e proponga una valutazione tecnica, badate bene tecnica, che sia un ‘dissenso non motivato’, verrà considerato come un assenso. Siamo al corrente che la decisione sull’ampliamento spetta alla Regione e non decide per alzata di mano sulla conta dei pareri ma in base a una valutazione complessiva, ma praticamente, in soli pochi giorni, un ente come un comune e la Provincia, dopo aver fatto in tutti questi anni varie battaglie e portato all’attenzione degli organi competenti la propria posizione, anche tecnica, dovrà formulare nuovamente un parere con il rischio che per qualche virgola un parere, bada bene ‘sfavorevole’, risulti ‘non attinente'”.
Il Comitato spiega ormai di “averle viste tutte in questi ultimi venti anni”, ma la posizione rimane la stessa: “Basta con lo sfruttamento del nostro territorio! Basta con i profitti a tutti costi dei pochi, a danno di un intero territorio. Basta con la farsa della partecipazione democratica che poi viene sempre raggirata dalle solite manovre politiche”. Per questo motivo il gruppo lancia un appello a tutti i sindaci e alla Provincia di Arezzo per “adoperarsi con ogni mezzo per impedire che vengano approvati i progetti presentati da CSAI , bonificare al più presto il sito contaminato e dare respiro al nostro territorio martoriato da decenni di rifiuti e contaminazioni”.
Invito allargato anche agli organi come Arpat e Usl “che negli ultimi anni hanno dimostrato la loro coerenza nel portare avanti, senza paura, le loro considerazioni tecniche e tutte le problematiche ambientali che ruotano intorno a Podere Rota, che continuino a tener duro nelle loro posizioni, a far valere i propri pareri e a resistere alle pressioni” e infine alle forze politiche, “affinché si adoperino a livello Regionale, per potenziare le risorse di Arpat e riconoscere a questo ente fondamentale per il nostro ambiente, il dovuto rispetto e autorevolezza, che ci sembra soprattutto in questa circostanza, siano troppo spesso venuti meno”.