Niente da fare. Bekaert rimane sulle proprie posizioni e non concede la proroga per la cassa integrazione ai lavoratori valdarnesi dello stabilimento di via Petrarca. È questo dunque l’esito del tavolo ministeriale convocato per quest’oggi in videoconferenza: istituzioni e sindacati hanno nuovamente avanzato la proposta di allungare gli ammortizzatori sociali per gli operai della fabbrica di Figline. Una richiesta a cui l’azienda non ha ceduto: domani di fatto la cigs scadrà e di conseguenza scatteranno 113 licenziamenti.
A margine dell’incontro, Fiom e Cgil commentano ribadendo la propria posizione, “che dal 22 giugno 2018, non è mai cambiata. Per favorire la riuscita del progetto di reindustrializzazione, su cui il Ministero dello Sviluppo Economico sta lavorando, abbiamo chiesto a Bekaert di sospendere i licenziamenti già firmati da azienda, Fim, Uilm e Regione Toscana il 24 febbraio scorso – si legge in una nota del sindacato – Ad oggi c’erano le condizioni affinché questa storica azienda potesse avere un futuro nella filiera dell’acciaio e dentro un progetto più ampio legato alla rilancio di Piombino. Attraverso l’utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione, avremmo potuto garantire il passaggio dei lavoratori ad un’altra società in costanza del rapporto di lavoro, senza consentire ad un eventuale soggetto subentrante di scegliere se e quali lavoratori Bekaert assumere. Abbiamo confermato questa posizione al tavolo anche attraverso una lettera inviata ai presenti”.
Per Fiom Cgil “pandemia e crisi di Governo hanno rallentato il progetto di reindustrializzazione del sito di Figline e Bekaert in quasi tre anni di vertenza non ha mai portato al tavolo ministeriale un soggetto con un piano industriale. L’unico piano industriale arrivato al Ministero è stato quello della Cooperativa di lavoratori che non è mai stato preso in considerazione dal tavolo”. Ad ogni modo, il segretario generale della Fiom Firenze e Prato, Daniele Calosi, ha sottolineato come il sindacato si sia reso comunque disponibile “a siglare nei prossimi giorni un protocollo che, in caso di futura reindustrializzazione dello stabilimento di Figline o di avvio di un’attività industriale anche in un sito limitrofo, preveda che chi subentrerà, se beneficerà di finanziamenti pubblici, costruisca con istituzioni e organizzazioni sindacali, le condizioni affinché vi siano le garanzie occupazionali per tutti i lavoratori licenziati da Bekaert”.
Per Silvia Spera responsabile dell’Area politiche industriali per la Cgil nazionale “La multinazionale ha tenuto un atteggiamento inaccettabile e arrogante. Questa vertenza, come altre aperte al Mise, ha dimostrato l’urgenza e la necessità di prorogare il blocco dei licenziamenti, come richiesto unitariamente da Cgil Cisl e Uil al Governo Italiano in questa fase drammatica per i lavoratori.”
Interviene anche la Uilm che ha spiegato come “dopo un lungo ed insistito dibattito, nonostante l’intervento ripetuto del viceministro del Mise Todde e del Governatore Giani, nonché del sindaco Mugnai e di Fim-Fiom-Uilm che chiedono la proroga degli ammortizzatori sociali per dare il tempo di costruire le basi per una possibile reindustrializzazione, l’azienda continua a negare la cassa covid e procederà ai licenziamenti nella giornata domani”.
“Il tempo guadagnato con l’accordo di febbraio firmato dalla Uilm , insieme alla Fim, non è stato sufficiente a permettere di dare un minimo di concretezza agli interessamenti pervenuti al Mise – prosegue la sigla sindacale – Neanche l’impegno per la costruzione di un polo dell’acciaio in Toscana hanno convinto Bekaert a ripensare ai licenziamenti immediati. Come Uilm abbiamo insistito sul fatto che il disperdere dei lavoratori e delle loro competenze specifiche maturate negli anni in un attività specifica presente in Italia solo nella ex Pirelli di Figline Valdarno e nello stabilimento Bekaert (ex Bridgestone) di Cagliari, non sarà certo di aiuto nella ricerca della reindustrializzazione dell’area. Tra l’altro, uno stabilimento produttivo chiuso rischia di creare un notevole impatto ambientale e sociale”.
“Onde evitare un’ulteriore definitiva perdita occupazionale in Valdarno, la Uilm continuerà a collaborare con il Mise e con le istituzioni locali per ricercare tutte le soluzioni possibili per la reindustrializzazione, anche con la costituzione di un bacino che tenga al suo interno tutti i lavoratori Bekaert di Figline per non disperderne definitivamente le competenze specifiche, essenziali per la reindustrializzazione stessa. Altrettanto impegno metteremo ovviamente nel ricollocamento dei dipendenti coinvolti”.