A seguito dei segnalazioni riguardo la presenza di schiume sul torrente Resco, nella giornata di ieri i tecnici di Arpat sono intervenuti per verificare l’episodio. Già lo scorso lunedì 29 marzo, la Polizia Municipale di Piandiscò aveva riportato all’ente segnalazioni ricevute da cittadini che le avvistavano nei tratti terminali del fiume; i loro accertamenti avevano però evidenziato che le schiume non erano presenti nel ramo del fiume proveniente dalla provincia aretina.
L’ufficio ambiente del Comune di Reggello, prontamente attivato, aveva constatato l’attivazione dello scolmatore fognario in prossimità del ponte in località Vaggio che recapitava quindi i reflui fognari direttamente nel fiume. Lo scolmatore, come comunicato da Publiacqua, si era attivato per un malfunzionamento delle due pompe di sollevamento. Durante il sopralluogo di ieri, svolto insieme al personale del Comune di Reggello e di Publiacqua, per individuare l’origine delle schiume è stato percorso gran parte del torrente Resco, da monte verso valle, dalla località Cascia ponte vecchio, dove non sono state riscontrate le schiume, fino all’abitato di Vaggio, dove sono state individuate delle schiume alla confluenza con il ramo che proviene dalla frazione di Faella, nel Comune di Castelfranco Piandiscò.
Subito a valle della suddetta confluenza è presente lo scolmatore a servizio del sollevamento dei liquami della fognatura allacciata al depuratore di Lagaccioni, che, come già osservato il 29 marzo, stava sversando. Scendendo ancora verso valle, in località Vecchietto, le schiume erano più evidenti e in alcuni casi erano spesse circa 20 centimetri. La presenza di queste schiume è stata accertata anche in prossimità dell’abitato di Matassino.
“In questa stagione macchie schiumose non persistenti e di piccolo spessore sono abbastanza diffuse nel corso dei fiumi, dovute a fenomeni naturali, ma la problematica delle schiume corpose a forma di pacchetto si rileva solo dopo l’abitato di Vaggio, in particolare dopo l’immissione dello scarico dello scolmatore – spiega Arpat in una nota – Nel corso del sopralluogo sono stati effettuati dei campionamenti, sia della schiuma, per determinarne l’origine, che di acqua, per la determinazione dei tensioattivi”.
“Già nel mese di novembre 2020, un altro sversamento di uno scolmatore della medesima fogna aveva interessato il torrente Resco, che, come in questo caso, si era attivato in assenza di precipitazioni atmosferiche e di un conseguente aumento di volume del refluo e senza che il gestore ne fosse a conoscenza – prosegue l’ente – Siamo ancora in attesa delle verifiche di laboratorio, ma sulla base di quanto accertato fino ad ora ci attendiamo che il problema delle schiume consistenti si risolva non appena riparato il guasto all’impianto di sollevamento. La problematica della affidabilità di questo tratto fognario era già stata posta all’attenzione della Regione Toscana e di Publiacqua, che dovranno decidere gli interventi idonei a ridurre la frequenza e la durata di questi episodi”.