In merito al progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota interviene nuovamente il Comitato “Vittime di Podere Rota” che fa il punto della situazione. La nota del gruppo si apre con un riferimento all’impianto di smaltimento liquami di Levanella, un progetto che a seguito delle dimostranze da parte della comunità e delle forze politiche, l’Amministrazione comunale ha deciso di non avallare.
“Anzi il sindaco Chiassai ha stoppato sul nascere ogni possibile iniziativa, privata, volta ad accogliere rifiuti speciali – spiega il Comitato – A Terranuova Bracciolini invece? Tutta un’altra storia, si, ma in peggio. Abbiamo, la discarica di Podere Rota da oltre 30 anni. Nata, con soldi pubblici per un servizio pubblico essenziale lo smaltimento dei rifiuti urbani del Valdarno, ma che nel tempo è diventata discarica a gestione pubblico privata e anche per rifiuti speciali in libero mercato da fuori ATO e fuori Toscana”.
“Attualmente la gestione CSAI (azienda privata con gestione mista con il comune di Terranuova Bracciolini), per incrementare gli utili, ha chiesto l’ennesima autorizzazione di ampliamento per soli rifiuti speciali , (anche da fuori regione,) che nulla a che vedere con il servizio pubblico, bensì con gli interessi privati.
Il gestore ribadisce che è una richiesta legittima da parte di un imprenditore, come avviene di norma.
Noi diciamo che apparentemente sembra un’operazione prettamente privata di un imprenditore, se non fosse che è di una società a partecipazione pubblica con in testa il Comune sede di impianto e socio di maggioranza, col sindaco che, a secondo dell’opportunità, diventa imprenditore e controllore di sé stesso, un intreccio di interessi pazzesco. Se venisse approvato questo progetto ci ritroveremo una mega discarica attiva, in casa, che dal 2021 al 2027 non prenderà i nostri rifiuti urbani. Sembra un paradosso ma questa è la realtà”.
Uno “scempio” l’ha definito il Comitato che ricade sui cittadini, per questo motivo “Le vittime di Podere Rota” richiedono soluzioni concrete a problemi esposti e denunciati dai valdarnesi e dagli enti di controllo. “Non ci vuole immaginazione per capire chi trarrà beneficio da questo giochino, in prestigio e in soldoni – prosegue la nota – Sicuramente questa “strategia” ben architettata toglie qualche grossa castagna dal fuoco a qualche principe fiorentino, facendole diventare castagne d’oro e poco importa a quale prezzo. A nulla valgono le continue denunce della popolazione, le relazioni degli enti di controllo che evidenziano puntualmente i problemi di questo impianto. A nulla valgono le prese diposizione dei sindaci del Valdarno e dei cittadini chiedono la chiusura al 2021 come previsto e promesso con l’ultimo ampliamento. Noi pensiamo che il sindaco Chienni, anche in qualità di presidente della conferenza dei sindaci, e l’amministrazione terranuovese hanno il dovere di ascoltare gli organi di controllo, le istanze dei cittadini e dei sindaci del territorio, e agire nell’interesse comune degli stessi e non certo di una società privata, diversamente sarebbe evidente e gravissimo prendere atto di come sia impossibile conciliare gli interessi pubblici e ambientali, con quelli economici privati”.
Da qui la speranza da parte del Comitato “che il sindaco Chienni, pur essendo dipendente di SEI Toscana di cui fa parte CSAI, e di cui Sei Toscana ne esprime la vicepresidenza, mantenga l’imparzialità necessaria nell’interesse del territorio e dei cittadini senza dare priorità a quelli privati. Vogliamo sperare che il PD a Terranuova segua l’esempio del vicino PD di Montevarchi (che ci auguriamo si esprima con lo stesso impeto per Podere Rota), contestando ufficialmente il progetto di CSAI. Vogliamo sperare in una presa di posizione forte, con tutti gli atti concreti possibili, di tutti i sindaci del Valdarno che vogliono la chiusura al 2021, nei confronti non solo della Regione ma del sindaco e dell’amministrazione terranuovese cui spetta il potere decisionale sul territorio. Noi continueremo a ricordare e reclamare il rispetto, il nostro e delle promesse fatte, affinché il sindaco Chienni si renda conto delle gravi responsabilità che si assumerà; finché il territorio delle Balze e la nostra vita saranno ostaggio delle sue decisioni” conclude la nota.