Aumentano anche a Montevarchi le tariffe Tari per le utenze non domestiche. Un rincaro che si attesta tra il 25 e il 29% determinato dal nuovo metodo Arera (cioè l’Autorità nazionale di Regolazione dei servizi pubblici), un sistema sul quale il Comune di Montevarchi ha espresso un voto contrario in sede di Ato. Proprio per questo motivo, per cercare di sostenere le attività di fronte a questi ulteriori costi di servizio, l’amministrazione ha deciso di adottare una serie di sconti per calmierare la tariffa che il sindaco Silvia Chiassai Martini e l’assessore Cristina Bucciarelli hanno illustrato questa mattina in Palazzo del Podestà.
“Con il nuovo metodo Arera ci troviamo un costo del servizio salito a 4 milioni e 862mila euro – ha illustrato l’assessore Bucciarelli – Su questa cifra calcoliamo le detrazioni che, grazie al recupero delle morosità e al fondo Covid, la portano a meno di 4 milioni e 600mila euro”. Le agevolazioni previste dal Comune, a seconda della categoria varieranno dal 15 fino al 50% per i settori maggiormente colpiti dalle restrizioni dettate in questi mesi dall’emergenza sanitaria, saranno automatici quindi le attività non dovranno fare alcuna domanda o richiesta per accedervi. “Abbiamo inoltre deciso di far slittare le rate a fine anno – conclude Bucciarelli – con le scadenze previste per il 31 ottobre, 30 novembre e 31 dicembre, con la bollettazione che partirà dal prossimo settembre”.
“Abbiamo compiuto uno sforzo finanziario notevole per il 2021 con agevolazioni per la Tari per le attività che hanno subito le conseguenze di chiusure forzate e restrizioni causate dall’emergenza Covid – ha commentato il sindaco Chiassai Martini – Previste riduzioni che vanno dal 50% per parrucchiere, barbiere, estetista, ma anche le imprese della ristorazione, pub e birrerie, bar, pasticceria, alberghi con e senza ristorazione, agriturismi, case vacanze e case di riposo, del 30% per negozi di abbigliamento e calzature, cartolerie e ferramenta, tende e tessuti, antiquariato, ma anche per tutte le associazioni sociali e sportive, musei, biblioteca, scuole, luoghi di culto, del 20% per le attività artigianali, come fabbro e falegname, fino al 15% per gli uffici, agenzie e studi professionali”.
Il primo cittadino ha aggiunto inoltre come di fatto gli sforzi fatti dall’amministrazione siano stati vanificati, in termini di beneficio, “da decisioni ingiustificabili prese dal Governo Gentiloni nel 2017, confermate con l’approvazione del PEF che determina il costo del servizio dei rifiuti per i Comuni in Ato Toscana Sud. Un’approvazione che, malgrado le prime critiche al nuovo metodo Arera, significa avere approvato un’impennata delle tariffe universale in tutta Italia togliendo ogni potere di intervento ai Comuni, considerati come gabellieri”.
Alla luce di questo il Comune di Montevarchi, insieme ad altri dieci nella provincia di Arezzo, ha annunciato che presenterà ricorso contro la delibera Ato. “L’incremento previsto andrà a vanificare anche l’impegno che, insieme ai cittadini stiamo portando avanti sulla raccolta differenziata, giunta al 59% rispetto al 39% del 2016 e per tutta l’attenzione sulla riorganizzazione del servizio e contenimento dei costi mai effettuati in precedenza – commenta Chiassai Martini – Trattandosi di un servizio essenziale, le tariffe devono rimanere in mano ai Comuni senza particolari tutele per i gestori. Per questo motivo il dirigismo regionale, con le mega Ato, è giunto al tramonto manifestando il suo fallimento. Dobbiamo riportare la gestione dei servizi almeno in ambito provinciale, per la vicinanza ai ai Comuni e ai territori”.