Ha visto una numerosa partecipazione l’iniziativa organizzata ieri sera in difesa dell’ospedale Serristori di Figline. Come preannunciato non è stato possibile svolgere il corteo come inizialmente previsto, ma la risposta della comunità è stata forte sia al raduno organizzato in Piazza XXV Aprile che al successivo momento organizzato in Piazza Marsilio Ficino dove i lavoratori del presidio ospedaliero figlinese, con striscioni e fiaccole, si sono riuniti insieme al resto della cittadinanza seguendo le necessarie misure di sicurezza per ascoltare i comizi degli organizzatori.
Una manifestazione che, come sottolineato da Andrea Calò dei Cobas Asl Toscana Centro, è nata tramite la forte sinergia tra sindacati, le associazioni e le reti civiche del territorio e che ha visto l’adesione per la prima volta di tutti e tre i sindaci del Valdarno fiorentino (Mugnai per Figline e Incisa, Lorenzini per Rignano sull’Arno e Benucci per Reggello) insieme alle rispettive amministrazioni, oltre a una nutrita rappresentanza di tutti i gruppi e partiti politici del territorio, sia di destra che di sinistra. “Noi vogliamo che l’ospedale venga riaperto in sicurezza – ha spiegato Calò nel suo intervento in piazza – ringraziamo i sindaci che hanno preso parte alla manifestazione e che sono in sintonia con le nostre richieste e quelle della popolazione. Ma il mio ringraziamento va soprattutto ai lavoratori del Serristori, che sono qui”.
Critici con il direttore generale dell’Ausl Toscana Centro, Paolo Morello, e con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l’assessore regionale Stefania Saccardi, i Cobas hanno espressamente richiesto che il presidio ospedaliero del Serristori venga rinforzato, con la ripresa dell’attività h24 del Pronto Soccorso e la garanzia di avere a disposizione tutto il personale medico e sanitario necessario (anestesisti, tecnici di radiologia e di laboratorio). Fondamentali inoltre la riattivazione della sub intensiva e una piena attività chirurgica, dell’ortopedia e il potenziamento di altre attività come quella oncologica.
“L’emergenza coronavirus ha dimostrato che i piccoli ospedali sono determinanti per l’organizzazione sanitaria regionale e anche nazionale. Il nostro ospedale è ancora in piedi, ma giorno per giorno dobbiamo difenderlo” ha dichiarato Riccardo Semplici del Comitato per il Serristori, che ha ribadito l’importanza di un Pronto Soccorso attivo h24 e di conseguenza la disponibilità per tutta la struttura di personale medico e tecnico sanitario completo. “Negli ultimi anni il nostro ospedale è stato fortemente depotenziato e noi abbiamo fatto in modo di mantenerlo in vita pagando i medici e acquistando attrezzature per i reparti del Serristori, non solo per l’oncoematologia – il commento di Mario Bonaccini, vicepresidente della onlus Calcit Valdarno Fiorentino – Siamo per un ospedale che funziona, che accolga le persone in maniera efficiente ed efficace, per una sanità nel Valdarno fiorentino che abbia un presidio ospedaliero degno di tale nome”.