Si è tenuta questa mattina la consueta deposizione di una corona alla lapide in onore dei caduti nel Parco della Rimembranza e, a seguire, di fronte al Palazzo Comunale di Rignano sull’Arno. Presenti alla cerimonia un rappresentante della sezione Rignano – Reggello di Anpi, il presidente del consiglio comunale Anna Mangani e il sindaco Daniele Lorenzini.
Proprio il primo cittadino ha voluto commentare i festeggiamenti di questo 25 aprile riprendendo le parole di Sandro Pertini. “Anche quest’anno, come lo scorso, come cittadini siamo a fronteggiare una grave situazione emergenziale – ha dichiarato Lorenzini – per questo ritengo che, oggi più che mai, siano attuali le parole di Sandro Pertini alla Camera dei Deputati, nel 1970, in cui ricordava la forza della battaglia dei partigiani e del popolo italiano: «Siamo qui per porre in risalto come il popolo italiano sappia battersi quando è consapevole di battersi per una causa sua e giusta; non inferiore a nessun altro popolo».
«Siamo qui per riaffermare la vitalità attuale e perenne degli ideali che animarono la nostra lotta. Questi ideali sono la libertà e la giustizia sociale, che – a mio avviso – costituirono un binomio inscindibile, l’un termine presuppone l’altro; non può esservi vera libertà senza giustizia sociale e non si avrà mai vera giustizia sociale senza libertà. E sta precisamente al Parlamento adoperarsi senza tregua perché soddisfatta sia la sete di giustizia sociale della classe lavoratrice. La libertà solo così riposerà su una base solida, la sua base naturale, e diverrà una conquista duratura ed essa sarà sentita, in tutto il suo alto valore, e considerata un bene prezioso inalienabile dal popolo lavoratore italiano».
«I compagni caduti in questa lunga lotta ci hanno lasciato non solo l’esempio della loro fedeltà a questi ideali, ma anche l’insegnamento di un nobile ed assoluto disinteresse. Generosamente hanno sacrificato la loro giovinezza senza badare alla propria persona.(…) Non permetteremo mai che il popolo italiano sia ricacciato indietro, anche perché non vogliamo che le nuove generazioni debbano conoscere la nostra amara esperienza. Per le nuove generazioni, per il loro domani, che è il domani della patria, noi anziani ci stiamo battendo da più di cinquant’anni. Ci siamo battuti e ci battiamo perché i giovani diventino e restino sempre uomini liberi, pronti a difendere la libertà e quindi la loro dignità. Nei giovani noi abbiamo fiducia».