“È ormai evidente che la Regione Toscana non voglia rinunciare all’ampliamento di Podere Rota perché impianto indispensabile per lo smaltimento dei rifiuti soprattutto dell’area fiorentina”. Interviene così Silvia Chiassai Martini, sindaco di Montevarchi, sulla vicenda riguardante il progetto di ampliamento della discarica nel Valdarno aretino.
In vista della prima riunione della Conferenza dei Servizi relativa “all’adeguamento volumetrico della discarica di Podere Rota”, il primo cittadino sottolinea come sia “evidente il completo fallimento delle politiche regionali in materia e il volontario sfruttamento del nostro territorio per non creare dissenso su Firenze e zone limitrofe”, ribadendo come il Comune di Montevarchi continuerà ad avere una netta posizione di contrarietà al progetto. “Dopo due anni di continui rinvii, mancano ancora risposte adeguate e certe in merito ai rilievi di Arpat che denunciava la presenza nel sito di elementi ”cancerogeni”, come cloruro di vinile e tetracloroetilene – spiega Chiassai Martini – Una condizione gravissima e la Regione invece di interrompere definitivamente qualsiasi procedimento autorizzativo nei confronti dell’ampliamento della discarica, ha volontariamente perso tempo e continua a tergiversare, permettendo che possano passare ulteriori sei mesi per mettere a punto il piano di caratterizzazione ambientale dell’area rispetto alla potenziale contaminazione delle acque sotterrane”.
Tempistiche che secondo il primo cittadino “sono inaccettabili e ingiustificabili rispetto al Paur che risale addirittura a gennaio del 2021. Tutto il Valdarno, ad eccezione di Terranuova, perché ‘proprietaria’, ha espresso chiaramente di non volere l’ennesimo ampliamento di Podere Rota per tutelare i cittadini e il territorio dai rischi per la salute e per l’ambiente. Montevarchi, per prima, nel 2019 presentò un atto di indirizzo votato dalla maggioranza dei Sindaci dell’Ato Toscana Sud chiedendo di escludere qualsiasi progetto di proroga dell’impianto fino all’esaurimento naturale dei suoi volumi con il conseguente avvio della bonifica post mortem. La Regione ascolti i sindaci e il territorio e non trovi dopo 30 anni altre scappatoie. Per quanto ci riguarda continueremo l’impegno di liberazione che abbiamo preso con i cittadini, per dare al Valdarno un futuro diverso rispetto allo sfruttamento intensivo da discarica”.