“Nessuna via preferenziale per i dipendenti regionali, ma semplice applicazione della normativa nazionale (Codice delle pari opportunità) che prevede la possibilità di adottare misure temporanee speciali (‘Azioni Positive’) rivolte al benessere lavorativo e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Anche l’Avviso pubblico per l’individuazione di Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) con sede in Toscana per la stipula di convenzioni per i familiari di dipendenti regionali rientra tra queste”.
Così gli uffici regionali rispondono al sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini, che aveva dichiarato come il provvedimento fosse “vergognoso perché non considera i cittadini uguali di fronte alle esigenze familiari e delle fasce più deboli della popolazione”. “Un provvedimento analogo approvato anche da altre amministrazioni – fanno notare dalla Regione con una nota – Anche il Ministero dell’Interno, lo scorso marzo, ne ha adottato uno a beneficio del proprio personale per i nidi d’infanzia, scuole per l’infanzia e scuole dell’obbligo per avere rette agevolate per la frequenza di figli e nipoti”.
Analizzando nello specifico la questione, gli uffici regionali competenti spiegano che, “su proposta del Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (CUG), la giunta regionale ha adottato con delibera il Piano delle Azioni Positive per il triennio 2017-19 (delibera 678 del 26 giugno 2017), ovvero provvedimenti rivolti al benessere lavorativo e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Evidenziando che si tratta di azioni che non prevedono alcun onere a carico della Regione. L’ avviso pubblico in questione è contenuto nel Piano e le ‘Azioni Positive’ sono misure temporanee speciali espressamente previste dalla normativa nazionale (articolo 48 D.lgs. n. 198/2006 – Codice delle pari opportunità). Misure individuate e selezionate sulla base delle proposte formulate dal CUG e rivolte alla rimozione degli ostacoli che impediscono un pieno inserimento dei dipendenti nell’attività lavorativa e alla loro concreta partecipazione alle occasioni di avanzamento professionale. Il Piano 2017-19, continua la Regione, ha previsto varie azioni tra le quali l’Avviso pubblico contestato, con l’obiettivo di stipulare convenzioni con RSA per la fruizione dei servizi offerti da parte dei familiari dei dipendenti regionali e facilitare la combinazione dei tempi di vita-lavoro di coloro che sono impegnati in forme di assistenza parentale. Un’azione positiva, si specifica, che riguarda in particolare la fascia femminile, quella più direttamente coinvolta nelle attività di cura dei familiari e delle persone anziane”.
“Le rette giornaliere – prosegue la nota – sono a totale carico dei dipendenti regionali ed inoltre che l’eventuale ricovero di un familiare non prevede una presa in carico da parte del sistema pubblico e pertanto non costituisce un percorso preferenziale, trattandosi di un rapporto totalmente privatistico. Resta inteso quindi che tutti i cittadini toscani (dipendenti regionali e non) che si rivolgono ai servizi territoriali competenti in caso di non autosufficienza, vengono presi in carico e valutati con le stesse modalità e, laddove presente, sono inseriti in un’unica lista di attesa senza alcun canale preferenziale. Infine, la disponibilità di posti prevista è ovviamente limitata ad uno spazio temporale definito con la struttura sanitaria nell’ambito della convenzione stessa e, per quanto riguarda lo sconto sulle tariffe applicate o le eventuali prestazioni aggiuntive incluse nella retta giornaliera, gli stessi sono previsti solamente in via eventuale e non come condizione essenziale per la stipula della convenzione”.