È stato un grandissimo abbraccio quello che ieri sera in piazza Marsilio Ficino si è stretto attorno ai lavoratori e dipendenti Bekaert. Erano migliaia i cittadini (si parla di 5mila persone) che hanno voluto partecipare alla manifestazione nel centro storico figlinese contro la chiusura dello stabilimento industriale.
La serata è iniziata intorno alle ore 20 e 30, quando i lavoratori insieme ai rappresentanti delle Amministrazioni Comunali locali e non, a quelli delle associazioni, tanti giovani e famiglie si sono ritrovati di fronte ai cancelli Bekaert in via Petrarca da cui è partito il lungo corteo diretto verso il centro della città.
Arrivati in piazza Marsilio Ficino, con in testa i gonfaloni e le bandiere degli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri fiorentini, la manifestazione è stata accolta con un lungo applauso da parte dei cittadini già presenti nei pressi dell’area del palco sul quale si sono accomodati i sindaci dei Comuni Valdarnesi, il Vescovo di Fiesole Mario Meini, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, i rappresentanti sindacali, ma soprattutto alcuni lavoratori Bekaert portavoce dei colleghi rimasti nel cuore della folla. Assenti invece i rappresentanti del Governo invitati.
Ad aprire la serie di interventi è stata la sindaca di Figline e Incisa Giulia Mugnai, la quale ha sottolineato la gravità del gesto della multinazionale belga, “che stride con l’umanità dei lavoratori e delle famiglie che ho incontrato in questi giorni”. Proseguendo, Mugnai ha ribadito come il caso dello stabilimento sia “una battaglia di tutti, trasversale e unitaria da fare al fianco di questi lavoratori per chiedere la sospensione della procedura. Abbiamo una sola voce che chiede lavoro, futuro e dignità”.
“Vergogna, non siamo dei numeri! Una grande impresa ha una funzione sociale che non può e non deve ignorare – ha spiegato al microfono Giuliano Poggialini – Si tratta di un evento drammatico per noi e per tutta la vallata, un impoverimento che ricadrà sul futuro dei nostri figli. Ma sento che possiamo farcela”.
“Intorno allo stabilimento non si è costruito solo steelcord, ma cinque aziende con Figline al centro che sono diventate gioielli in questo ramo a livello mondiale – ha spiegato nel suo intervento Alessandro Beccastrini di FIM – Qui c’era e c’è il centro sviluppo della Pirelli che deve prendersi delle responsabilità. Noi non ci faremo chiudere lo stabilimento senza avere un futuro per questi lavoratori. Chiediamo che il Governo si attivi, a partire dal 5 luglio quando incontreranno Bekaert al Mise”.
“I lavoratori dopo la rabbia sono rimasti con determinazione. la miglior risposta che si poteva dare dopo questo atto di arroganza – ha detto Daniele Calosi, segretario FIOM CGIL Firenze – Noi vogliamo questa trattativa, vogliamo mantenere questo stabilimento. Per questo diciamo no alla proposta di mitigation (un compenso in denaro per il danno ai lavoratori) perché il lavoro è un diritto e quando gli dai un prezzo non ha più valore”.
“La vertenza non rimarrà solo in questa piazza, ma andrà al Governo perché è un affronto a tutta l’Italia in quanto porteranno via dal nostro Paese una tecnologia nata qui” ha spiegato Davide Materazzi della UILM.
A chiudere la serie di interventi sul palco è stato il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che ha sottolineato come quello visto in piazza fosse “un popolo unito e combattivo. Siete forti voi a Figline, mantenetevi uniti e sappiate coltivare la solidarietà. Io sento tutta la responsabilità di essere qui stasera, la responsabilità delle istituzioni che devono essere coerenti con i cittadini e con la loro fiducia nella democrazia, per questo sarò con voi in ogni passo, fino alla vittoria. La partenza non è stata positiva a Roma, c’era soltanto un funzionario. Giovedì voglio che ci sia un rappresentante del Governo per rispetto all’istituzione che rappresento, la Regione Toscana, dei suoi cittadini e dei suoi lavoratori. Non c’era neanche l’azienda e il Governo deve pretendere che ci sia, deve chiamare il primo ministro belga. Inoltre deve essere chiamata in causa anche la Pirelli, ma siamo certi che anche il Governo farà la sua parte, non può essere altrimenti. L’Europa del mercato e della concorrenza soltanto è un’Europa che uccide se stessa – ha proseguito Rossi – noi abbiamo bisogno che da questa lotta si possa cambiare anche l’Europa. Questo è l’impegno che io prendo e ce la faremo, su una partita come questa il Presidente della Regione Toscana ha il dovere di scommettere fino in fondo. Io lo faccio e vi ringrazio”.