Libera Toscana si costituirà parte civile al processo riguardo la vicenda Keu, che vedrà a giudizio gli imprenditori della zona del Cuoio accusati di rapporti con aziende mafiose per lo smaltimenti illegale dei rifiuti tossici. Le indagini sul Keu hanno riguardato da vicino anche il Valdarno, in quanto uno degli impianti posti sotto sequestro si trova nel territorio di Bucine.
“All’inaugurazione dell’anno giudiziario, la Procura Generale della Toscana ha presentato la consueta relazione consuntiva sull’anno appena trascorso. Tra molti altri, un dato emerge con chiarezza: in Toscana si registra un aumento del 115% dei procedimenti per associazione mafiosa. Un dato abnorme – scrive Libera Toscana – che ci fa ormai ritenere che nella nostra Regione non si può più parlare di infiltrazione ma ormai di radicamento delle principali mafie nel tessuto produttivo, economico e sociale. Libera Toscana – nella dimensione del suo coordinamento regionale – si è presa una pausa di riflessione prima di pronunciarsi sulla situazione, volendo valutare quali sarebbero state le reazioni degli organi di informazione e delle rappresentanze politiche ed amministrative. Salvo qualche eccezione la notizia non ha suscitato reazioni degne di nota. Eppure le notizie del mesi scorsi non lasciavano presagire niente di diverso: procede l’iter giudiziario di uno dei casi criminali più eclatanti di sempre, l’inchiesta sui rifiuti tossici sversati nella zona del cuoio, con i collegamenti con il Valdarno e Livorno per la presenza di aziende coinvolte anche in quei comparti; il ruolo dei principali porti toscani nella dinamica del narcotraffico; l’alto numero dei beni confiscati e dei reati spia per il riciclaggio. Un elenco che si allunga e si aggiorna”.
“Nel chiedere agli enti preposti un’adeguata risposta alle notazioni della Procura Generale, Libera Toscana ribadisce la sua ferma intenzione (già presentata nei mesi scorsi e nuovamente comunicata dal Referente Regionale Andrea Bigalli nell’ambito del recente congresso della CGIL Toscana) di costituirsi parte civile al processo che vedrà a giudizio gli imprenditori della zona del cuoio accusati di aver intrattenuto rapporti con le aziende mafiose per lo smaltimento dei rifiuti tossici, con una inquietante triangolazione con membri delle amministrazioni locali e regionali, anch’essi sotto inchiesta, tesa a garantire prassi disinvolte nell’ambito della sicurezza ambientale”.