Dopo il silenzio dei giorni scorsi, Mattia Chiosi ha convocato questo pomeriggio alle ore 16 una conferenza stampa presso la Casa del Popolo del Matassino per chiarire le sue posizioni in merito ai fatti denunciati da Cristina Simoni – un atto di violenza da parte dell’assessore nei confronti della Presidente del Consiglio – nella seduta di consiglio comunale del 6 giugno. Chiosi, attraverso la lettura di una nota, ha rassegnato ufficialmente le dimissioni da assessore del Comune di Figline e Incisa (con incarichi all’Istruzione e Formazione, Cultura, Sport, Politiche Giovanili, Pari Opportunità e Gemellaggi), aggiungendo di aver intrapreso le vie legali.
“Dopo questi giorni concitati ed emotivamente provanti, con la lucidità che è necessaria in queste situazioni, mi preme sottolineare che l’episodio a cui ha fatto riferimento la Presidente del Consiglio non si configura in nessun modo nei termini da lei descritti – spiega Chiosi nel comunicato – Si è trattato di uno scambio di opinioni, certamente acceso, come avviene in maniera naturale all’interno della dialettica politica di chi ha posizioni opposte su una specifica questione, ma mai da parte mia sono stati posti in essere gesti di violenza, né una spinta. Sono stato screditato attraverso accuse che rigetto con fermezza in ogni loro parte e per questo ho scelto di adire le vie legali al fine di difendere e tutelare la mia reputazione. Mi hanno profondamente addolorato le accuse infondate indirizzare alla mia persona nel consiglio comunale del 6 giugno, ma ho scelto di non intervenire durante la seduta perché sono nettamente convinto che le sedi istituzionali non vadano mai utilizzate ai fini personali, né possano diventare tribunali popolari in cui si fa giustizia sommaria in merito a vicende che potranno accertare solo gli organi competenti e non la sede consiliare che per sua natura ha ben altre funzioni”.
La lettera prosegue, con Chiosi che motiva la decisione di fare un passo indietro in maniera irrevocabile dal suo ruolo “al fine di poter avere la tranquillità necessaria a tutelarmi e per permettere all’Amministrazione di lavorare con serenità”. “Assieme alle accuse gravi da rigettare, mi ha profondamente sconvolto la possibilità di essere accostato, nelle parole della Presidente, a chi opera violenza nei confronti delle donne. In primo luogo perché negli anni da Assessore ho combattuto io stesso la battaglia contro la violenza sulle donne e ho costruito, organizzato e promosso numerose iniziative per sensibilizzare la nostra comunità sui temi della parità di genere, ma più di tutto perché è nel mio vissuto personale che è da ricercarsi il rispetto, la stima, l’apprezzamento verso tutte le donne. Quando è morto il mio babbo, a diciotto anni, sono rimasto solo con mia madre e mia sorella ed è grazie alla loro cura, dedizione, presenza, al loro delicato e discreto amore che sono cresciuto, anche nel dolore di una perdita così grande. Per lo sconfinato valore che, grazie a loro, riconosco a ciascuna donna ho deciso fin da ora che eventuali risarcimenti in denaro derivanti dall’azione legale saranno da me devoluto ad Artemisia, associazione che sul nostro territorio e in tutta Italia si occupa proprio di supportare tutte quelle donne che la violenza la subiscono ogni giorno. Un gesto doveroso per significare che la battaglia per la verità e la giustizia che tante donne sono costrette a combattere troverà sempre in me un alleato” conclude Chiosi.