Ci sono anche sette sindaci del Valdarno aretino (Bucine, Castelfranco Piandiscò, Cavriglia, Laterina Pergine, Loro Ciuffenna, San Giovanni e Terranuova) nel gruppo di alcuni comuni della provincia di Arezzo che hanno preso posizione riguardo il “Decreto sicurezza”. Nel documento i venti primi cittadini sottoscriventi spiegano come il provvedimento impatterà pesantemente sulle Amministrazioni locali, richiedendo dunque al Governo di mettere a loro disposizione le condizioni e gli strumenti migliori per attuarlo.
“È nostra convinzione che il decreto sicurezza convertito in legge pur affrontando un tema importante e da risolvere in uno spirito di collaborazione tra le istituzioni, purtroppo non individua le soluzioni più appropriate – si legge nel testo – Al contrario creerà ulteriori problemi ai territori: espellere migranti richiedenti asilo gettandoli in mezzo alle strade aumenterà il numero di clandestini potenzialmente pericolosi per la comunità esponendoli anche a rischi seri di sopravvivenza”.
“La nuova normativa inoltre abroga del tutto l’istituto di protezione umanitaria, principio riconosciuto dalla carta dei diritti dell’uomo e dalla nostra stessa Costituzione, eliminando il permesso di soggiorno per motivi umanitari che consentiva l’iscrizione all’anagrafe comunale dei richiedenti asilo nonché il rilascio di una carta d’identità oltre che l’iscrizione al centro per l’impiego e al servizio sanitario nazionale. Misure queste indispensabili per avere cognizione e sicurezza che permetteva da un lato all’immigrato di essere “visibile” e accedere ai servizi essenziali, dall’altro a tutte le istituzioni tenute a garantire la sicurezza di conoscere , gestire e controllare la sua presenza nel territorio. La semplice cancellazione di tali misure, senza la previsione di altre azioni avrà conseguenze e ricadute pesanti non solo per gli immigrati, ma anche per i cittadini italiani”.
“Sicuramente il decreto appesantirà la situazione sul fronte della sicurezza nei territori, aumentando il numero degli irregolari e inevitabilmente per le macchine amministrative non solo comunali ma di tutte le altre istituzioni interessate. Siamo profondamente preoccupati che, perdurando l’attuale situazione d’incertezza e la mancanza di misure e responsabilità chiare, in una scelta strategica il parere di tanti Sindaci “le vere sentinelle del territorio”, non sia stato valutato e accolto nonostante la posizione della commissione immigrazione dell’Anci che all’unanimità, indipendentemente dall’appartenenza politica dei singoli componenti, si fosse espressa negativamente sul provvedimento”.
“I problemi esposti sono di tutti, e la loro ricaduta nei territori è per tutti i Sindaci indipendentemente dalla loro appartenenza politica. Trattandosi di legge dello Stato i Sindaci sono tenuti ad applicarla e rispettarla per quanto di loro competenza e a tal fine ribadiamo il nostro impegno in questo senso; questa è la democrazia, ma abbiamo il diritto ed il dovere di richiedere al governo in uno spirito di collaborazione istituzionale anziché di scontro e di conflitto senza risultati, chiarimenti e certezze per quanto riguarda le loro responsabilità in materia di sicurezza di tutti i cittadini – sottolineano i sindaci – È per questo che condividiamo l’iniziativa della Regione Toscana per richiedere il pronunciamento della Corte Costituzionale augurandoci che ciò avvenga nel più breve tempo possibile. Così come richiediamo con forza al Governo di ascoltare le ragioni di tutti i Sindaci per trovare le soluzioni più adeguate. Ribadiamo che quello che chiediamo come Amministratori è di avere strumenti veri, efficaci e praticabili e non norme dal sapore propagandistico che non risolvono la questione del fenomeno immigrazione, ma caricano i Sindaci di ulteriori problematiche che generano ulteriori incertezze e insicurezza per tutti i cittadini”.