Un rischio annunciato appena pochi giorni fa, che purtroppo si è concretizzato. La Bekaert ha annunciato quest’oggi di aver dato il via alla procedura per licenziare tutti i lavoratori in cassa integrazione dello stabilimento di via Petrarca, a Figline. La notizia arriva tramite una nota da parte della multinazionale belga che spiega “non essendo allo stato disponibili ulteriori ammortizzatori sociali ed essendo prevedibile che il sito di Figline si troverà ancora in una situazione di eccedenza occupazionale al 9 marzo 2021, Bekaert ha avviato oggi, come già previsto nei precedenti accordi e cioè in tempo utile rispetto alla scadenza del trattamento di integrazione salariale, la nuova procedura di licenziamento collettivo per il personale che sarà ancora in forze a tale data».
L’azienda ha comunque sottolineato che anche in questo periodo continuerà “a porre in essere tutte le azioni e gli interventi precedentemente concordati con i Sindacati e le Istituzioni, finalizzati alla reindustrializzazione del sito ed al ricollocamento dei lavoratori. Nella prossima riunione di aggiornamento presso il Mise verrà condiviso lo stato di avanzamento delle azioni intraprese e delle opportunità emerse, con l’auspicio che si possa arrivare in tempi stretti ad una chiara dichiarazione di impegno da parte dei potenziali investitori”. Nella nota Bekaert aggiunge anche come, per quanto riguarda i ricollocamenti, siano stati raggiunti dei “risultati positivi”, “ma l’intensa attività di promozione e ricerca di possibili investitori finalizzata alla reindustrializzazione del sito, portata avanti anche nel 2020, pure con tutte le difficoltà, rallentamenti e limitazioni date dall’emergenza epidemiologica, non hanno ancora portato alla sottoscrizione di alcun accordo vincolante in grado di assicurare l’occupazione dei 176 lavoratori rimanenti”.
A stretto giro è arrivato l’intervento del segretario della Fiom Cgil Firenze, Daniele Calosi che ha definito inaccettabile “che i lavoratori paghino per le mancanze di chi doveva portare a compimento la reindustrializzazione dello stabilimento di Figline, a partire dall’advisor, fino al Governo. Chiediamo all’azienda di ritirare la procedura di licenziamento, al Ministero dello Sviluppo Economico di lavorare seriamente sulla reindustrializzazione, senza andare per slogan, e al Ministero del Lavoro di prorogare gli Ammortizzatori Sociali per fare, finalmente, una trattativa libera e non sotto schiaffo sulla reindustrializzazione, visto che da due anni ad oggi non ci è mai, e dico mai, stato presentato nessun piano di reindustrializzazione né da parte dell’azienda né del Governo”.
“La Regione Toscana, attraverso il Presidente Giani, non può accettare in silenzio questo scempio sociale che si sta consumando – ha aggiunto Calosi – Il Presidente regionale deve dare seguito agli impegni assunti appena eletto davanti a Fim, Fiom, Uilm e ai lavoratori della Bekaert. Non si scherza sul futuro delle persone. Il nostro impegno non è cambiato di una virgola, il nostro obiettivo rimane quello di sempre: salvare tutti i posti di lavoro”.