Si è riaperto il confronto tra la Abb E-Mobility e le sigle sindacali. Nella giornata di ieri i rappresentanti dei lavoratori sono stati convocati presso la sede di Confindustria di Arezzo dove, come primo tema, è stato affrontato il discorso della disponibilità della cassa integrazione per i lavoratori interinali dello stabilimento sangiovannese specializzato nella produzione di infrastrutture per la mobilità elettrica.
Nel corso del confronto, Alessandro Tarquini di Confindustria ha spiegato come “l’impiego della cassa integrazione estesa agli interinali non sia tecnicamente adeguata in virtù delle attuali normative (Jobs Act, nello specifico), peraltro evidenziando la mancanza di chiarezza della legge”. Stefano Chieregato, plant manager di Abb, ha poi illustrato l’andamento aziendale “e il suo scostamento dalle previsioni, in linea con quanto emerso nelle ultime ‘town hall'”.
I sindacati Fiom, Uilm e Fim Cisl da parte loro hanno contestato la rigida interpretazione della norma per gli ammortizzatori sociali, portando sul tavolo anche degli esempi di differente valutazione. Ad ogni modo, nell’ottica di riprendere un dialogo costruttivo con l’azienda, le sigle sindacali hanno proposto di proseguire la discussione su cinque specifici punti: rivedere il numero dei mancati rinnovi, per dare un segnale ai lavoratori e manifestando la volontà di convergere verso un punto d’incontro; creare un bacino composto da chi non viene rinnovato (compresi anche gli ultimi mesi) che sia ordinato con caratteristiche oggettive (funzione, anzianità lavorativa, ecc.) “per evitare discussioni quando l’azienda avrà bisogno di riprendere nuova forza lavoro, in quanto si tratta di personale oramai formato, preparato e valutato, in gran parte con una esperienza superiore all’anno di lavoro, che anche per l’azienda non ha senso disperdere”; pianificare un percorso di stabilizzazione seguente al rientro in azienda che porti in tempi certi l’inserimento del lavoratore tra le file del personale ABB; impostare la futura esigenza di nuova forza lavoro, quando il meccanismo sopra stabilito si sarà esaurito, attraverso la formulazione di nuovi contratti diretti con tempi determinati e infine sostenere il mancato rinnovo con una dote economica se nei 6 mesi successivi non ci sia un ricollocamento per il lavoratore.
Una proposta che è stata accolta da Abb, che si è riservata di valutarla e di stabilire un nuovo incontro con i sindacati per rifare il punto della situazione entro le prossime due settimane.